Sintesi
Più di 44 milioni di Americani sono caduti nella trappola del debito degli studenti. Complessivamente, il debito pendente per prestiti agli studenti ammonta a circa 1˙400 miliardi di dollari. La ricerca mostra che questo livello di debito danneggia l’economia americana in diversi modi, ostacolando qualsiasi cosa, dalla formazione delle piccole imprese all’acquisto di nuove case, e persino matrimoni e riproduzione. È un problema che i decisori politici hanno tentato di mitigare con programmi che offrono il rifinanziamento o la cancellazione parziale del debito. Ma cosa succederebbe se venisse tentato qualcosa di molto più ambizioso?
Se la popolazione fosse liberata dall’obbligo di ulteriori pagamenti futuri sul debito attualmente pendente per prestiti agli studenti? Si potrebbe fare e, se sì, come? Cosa significherebbe per l’economia americana?
Questo paper prova a rispondere proprio a queste domande. L’analisi procede in tre sezioni: la prima esplora la situazione americana attuale di aumento dei costi dei college e la leva sull’indebitamento per finanziare gradi più elevati di istruzione; la seconda sezione esamina i meccanismi di bilancio richiesti per liberare gli Americani dal debito per il prestito agli studenti; la parte finale simula gli effetti economici della cancellazione di questo debito attraverso il ricorso a due modelli: il modello macroeconomico americano di Ray Fair (“il modello Fair”) e il modello macroeconomico americano di Moody.
Dall’analisi emergono diverse implicazioni importanti. La cancellazione del debito degli studenti ha come conseguenza ricadute macroeconomiche positive, in termini di ricchezza netta media delle famiglie e di aumento del reddito disponibile, poiché stimola spesa addizionale per consumi e investimenti. In breve, la cancellazione del debito fa aumentare il PIL, diminuire il tasso di disoccupazione medio e si risolve in una ridotta spinta inflazionistica (nell’orizzonte temporale decennale considerato nelle nostre simulazioni), mentre i tassi d’interesse aumentano in misura solo moderata. Sebbene il deficit del bilancio federale aumenti, i bilanci dei singoli Stati migliorano grazie all’economia più forte. L’uso di due modelli con fondamenti teorici di lungo periodo contrastanti offre una stima plausibile per ciascuno di questi effetti e dimostra la robustezza dei nostri risultati.
Una politica una tantum di cancellazione del debito degli studenti, nella quale il Governo federale cancella i prestiti che eroga direttamente e rileva i finanziamenti privati contratti dai debitori, produce gli effetti macroeconomici che seguono (tutti i valori in dollari sono espressi in termini reali, aggiustati all’inflazione, usando il 2016 come anno base):
- La politica di cancellazione del debito potrebbe far aumentare il PIL reale di una media di 86 miliardi di dollari all’anno. Nella previsione decennale, la politica genera tra 861 e 1˙083 miliardi di PIL reale (riportati al valore del dollaro nel 2016).
- Eliminare il debito degli studenti riduce il tasso di disoccupazione medio di un range che va da 0,22 a 0,36 punti percentuali in un periodo di previsioni di 10 anni.
- Il picco nella creazione di posti di lavoro nei primi anni che seguono la cancellazione del debito degli studenti aggiunge approssimativamente tra 1,2 e 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro all’anno.
- Gli effetti inflazionistici della cancellazione del debito sono insignificanti dal punto di vista macroeconomico. Nelle simulazioni basate sul modello Fair, l’aumento dell’inflazione raggiunge al massimo 0,3 punti percentuali e diventa negativo negli anni successivi. Con il modello di Moody l’effetto è persino più trascurabile, con un aumento massimo dell’inflazione irrilevante, a 0,09 punti percentuali.
- I tassi d’interesse nominali crescono in modo moderato. Nei primi anni, la Federal Reserve aumenta i tassi d’interesse di un valore compreso tra 0,3 e 0,5 punti percentuali; negli anni successivi, l’incremento scende ad appena 0,2 punti percentuali. L’effetto su tassi d’interesse nominali di più lungo termine raggiunge il massimo a 0,25 e 0,5 punti percentuali e diminuisce, successivamente, stabilizzandosi tra 0,21 e 0,35 punti percentuali.
- L’effetto netto sul bilancio del Governo federale è modesto, con un aumento del rapporto deficit/PIL compreso verosimilmente tra 0,65 e 0,75 punti percentuali per anno. A seconda del risultato di bilancio complessivo del Governo federale, il rapporto del deficit potrebbe crescere più modestamente, tra 0,59 e 0,61 punti percentuali. Ad ogni modo, considerati i costi per i finanziamenti che il Dipartimento dell’Istruzione ha già sostenuto per i prestiti agli studenti (discussi in dettaglio nella Sezione 2), le stime più rilevanti per gli impatti sul bilancio del Governo relativamente ai livelli attuali risultano in un aumento annuale del rapporto di deficit compreso tra 0,29 e 0,37 punti percentuali (questo è spiegato in dettaglio nell’Appendice B).
- I bilanci degli Stati in rapporto al PIL migliorano di circa 0,11 punti percentuali nel corso dell’intero periodo della simulazione.
- La ricerca suggerisce molti altri effetti positivi che non sono presi in considerazione in queste simulazioni, inclusi aumenti della formazione di piccole imprese, del raggiungimento della laurea, della formazione di famiglie, insieme al miglioramento dell’accesso al credito e alla riduzione della vulnerabilità delle famiglie rispetto alle fasi negative dei cicli economici. Così, i nostri risultati forniscono una stima prudente degli effetti macroeconomici della cancellazione del debito degli studenti.
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Originale di Stephanie Kelton, Scott Fullwiler, Catherine Ruetschlin e Marshall Steinbaum pubblicato nel febbraio 2018
Traduzione di Luca Giancristofaro, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo