Intervista alla dirigente nazionale Fiom che ci ha invitato alla manifestazione del 25 ottobre ed agli scioperi del 14 ottobre e del prossimo 12 dicembre
Michela Crippa è dirigente nazionale sia della Fiom (componente del Comitato Centrale) che della Cgil, ma è prima di tutto un’operaia e una delegata che si confronta tutti i giorni con l’asprezza dei luoghi di lavoro e che si propone di essere, come si capisce dal suo intervento al congresso Fiom, uno strumento nelle mani dei lavoratori (dal minuto 1:08).
Da sempre interessata alle questioni macroeconomiche, Michela ha da tempo compreso che l’austerità è un approccio alla politica economica che va contro gli interessi dei lavoratori.
Proprio per questo è stata una convinta sostenitrice, nella sua zona, del referendum anti austerità dando il suo contributo pubblicizzandolo per raccogliere le firme e non ha esitato a partecipare, portando alcuni colleghi, ad un nostro evento di divulgazione non appena ne è venuta a conoscenza.
Appena ha saputo la data della manifestazione nazionale indetta dalla Cgil ha subito scritto ai membri di Rete MMT che conosceva per invitarli a partecipare. Io e Daniele Busi abbiamo quindi con gioia accettato l’invito invitando anche un mio compagno di università molto vicino all’approccio circuitista.
Nel viaggio di ritorno da Roma c’è stato modo di avviare un partecipato ed interessante confronto tra Rete MMT, i delegati Fiom e gli operai durante il quale ho avuto l’idea, insieme a Mhedi, di invitare i delegati a fare un seminario in UniBg.
Con enorme piacere siamo poi stati invitati a scrivere un contributo (che trovate in calce all’articolo) sulla nostra esperienza della manifestazione del 25 ottobre a Roma che è stato divulgato in alcune aziende dai delegati stessi.
Dopo il 25 Ivan Invernizzi si è unito anche allo sciopero del 14 ottobre e diversi componenti MMT si stanno organizzando per partecipare allo sciopero generale del 12 dicembre.
Rete MMT, seguendo la linea che la caratterizza, cerca il confronto con tutte le realtà sensibili alle tematiche della macroeconomia e valuta preziosissimo questo rapporto di interlocuzione con un soggetto importante come la Cgil ed in particolare la Fiom.
Di seguito una breve intervista a questa delegata antiausterità!
Ciao Michela.
Ciao Ivan. Innanzitutto ti dico grazie per la bella presentazione che mi hai fatto nella quale hai giustamente sottolineato una cosa alla quale tengo in modo particolare ovvero che, la sottoscritta, prima di essere una dirigente della Fiom e della Cgil Nazionale, è una normalissima operaia metalmeccanica ed una comunissima delegata sindacale della Fiom nell’azienda dove lavoro. Detto questo vi ringrazio per aver partecipato con noi alla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil il 25 ottobre scorso perché la presenza e il dialogo tra lavoratori e studenti è un elemento fondamentale che non deve mai mancare. E vi ringrazio anche per il contributo che avete scritto sulla vostra partecipazione a questo evento. Un contributo che mi è piaciuto molto e che, per questo, abbiamo fatto “girare” in alcune aziende.
Quando hai cominciato a capire che l’austerità, cioè il continuo taglio della spesa pubblica e l’aumento delle tasse, andava contro gli interessi dei lavoratori?
Per capire questo non ci è voluto molto. Non mi intendo molto di economia anche se alle scuole superiori ho avuto modo di studiare questa materia essendo analista contabile. Ma, per capire che queste politiche sono esattamente l’opposto di quello che servirebbe al nostro paese, basta parlare con i lavoratori che sono quella parte di cittadini che le tasse le pagano perché molte vengono trattenute direttamente sulla busta paga. I continui tagli alla spesa pubblica sono solo un metodo per fare cassa e per cercare di non sforare i vincoli che l’Europa ha fissato. Idem per quanto riguarda l’aumento delle tasse. Ma la cosa più grave, dal mio punto di vista, è stata quella di inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione. Siamo stati l’unico paese a farlo… e le conseguenze di questa scelta saranno devastanti perché in nome del pareggio di bilancio non potranno essere garantiti, come invece dovrebbe essere, molti servizi essenziali per la collettività (sicurezza, sanità, scuola). In nome della finanza si tralascia l’aspetto sociale che queste decisioni vanno a colpire in modo diretto. Quindi l’austerità non va solo contro gli interessi dei lavoratori ma coinvolge la maggior parte dei cittadini del nostro paese. L’aumento delle tasse porterà sicuramente a minore domanda interna in una situazione lavorativa che già è estremamente complicata… assistiamo tutti i giorni persone che sono in Cassa integrazione, in mobilità. Persone che un lavoro non l’hanno più perché alcuni imprenditori stanno delocalizzando le aziende in Paesi dove il costo del lavoro e più basso e i diritti dei lavoratori sono pressoché inesistenti innescando una competizione difficile da frenare. Tieni presente che il nostro tessuto industriale è composto in maggior parte da aziende di piccole e medie dimensioni che vivono soprattutto di domanda interna e, quando questa viene a mancare, si innesca un circolo vizioso nel quale anche i lavoratori vengono direttamente coinvolti.
Come hai trovato l’evento di divulgazione MMT a cui hai assistito?
L’ho trovato interessante. Certo ho dovuto rispolverare alcuni concetti di economia studiati alle scuole superiori… ma alcune cose mi hanno colpito in modo particolare. Ad esempio il raggiungimento della piena occupazione e, ovviamente, l’aumento della spesa pubblica per risolvere molte questioni che, nella realtà, si tradurrebbe in posti di lavoro e maggiori servizi per tutti.
Secondo te la MMT può essere uno strumento utile per inquadrare meglio il funzionamento dei sistemi economici al fine di lottare contro la disoccupazione che rende i lavoratori ricattabili?
Non sono un’economista ma sicuramente può essere uno strumento. Anche noi, come sindacato siamo andati in piazza con delle proposte. Una di queste è proprio il cambiamento della politica economica ovvero passare dall’Europa dell’austerità a quella del lavoro superando i vincoli europei e cancellando il pareggio di bilancio. Un’altra è la richiesta di investimenti pubblici, ma anche privati, per innovare settori importanti come quello dei trasporti, delle energie alternative, delle telecomunicazioni attraverso dei piani straordinari per creare appunto nuova occupazione non tralasciando in questi investimenti la valorizzazione del territorio e la messa in sicurezza dell’assetto idrogeologico. Questioni molto importanti, come ho già detto, anche sotto l’aspetto della sicurezza visti i continui disastri che accadono non appena piove un po’ più del solito… Credo che il problema sia un altro ovvero che non ci sia la volontà politica per utilizzare questi strumenti. Non credo che ci saranno molti politici che vorranno prenderne spunto proprio perché facendolo dovrebbero assumersi la responsabilità di sforare i vincoli imposti dall’Europa…
Quale parte della presentazione ti è piaciuta di più?
Sicuramente, da lavoratrice direi la parte riguardante il raggiungimento della piena occupazione quindi creazione di Programmi di lavoro garantito.
Questa valutazione critica nei confronti delle politiche di austerità è condivisa dal resto di Fiom e dal segretario LANDINI?
Sì, come ho spiegato prima, nelle proposte della Fiom ma anche in quelle della Cgil è ben presente la consapevolezza che queste politiche non sono la soluzione ai problemi dei lavoratori e dei cittadini. Le politiche del governo hanno solo peggiorato le condizioni di vita di migliaia di persone determinando l’ aumento della disoccupazione, la chiusura o la delocalizzazione di aziende, aumentando la povertà e peggiorando le condizioni di vita… per cui non c’è stato nessun miglioramento per quanto riguarda la ripresa dei vari settori produttivi. Vi è quindi la necessità di superare queste politiche e di mettere in campo dei piani straordinari, di combattere l’economia sommersa e quindi l’evasione fiscale ed il lavoro nero, di contrastare il lavoro precario e di impedire la cancellazione dei diritti dei lavoratori.
Quali sono gli strumenti che il sindacato ha per lottare contro l’austerità?
Bella domanda… il sindacato non è un partito ma è una parte sociale. Questo lo ricordo sempre perché, a volte, molti fanno confusione tra le due cose. La FiomFiom e la Cgil esistono perché sono finanziate dalle tessere dei lavoratori che condividono con noi le nostre idee e le nostre battaglie. Gli strumenti che abbiamo come sindacato sono le proposte che il Governo non ha voluto nemmeno ascoltare. O meglio, le ha ascoltate, ma poi ha detto che andrà avanti con queste politiche. Non avendo interlocutori disposti ad ascoltare le cose che possiamo fare sono informare i lavoratori e non solo su quello che sta accadendo. Abbiamo appoggiato diversi referendum. Ora promuoveremo una iniziativa di legge popolare sugli appalti per renderli più sicuri da infiltrazioni e dalla corruzione. Ovviamente il sindacato ha come strumento e maggiore forma di lotta e di dissenso le manifestazioni e gli scioperi.
Dopo il 25 ottobre ed il 14 novembre quali saranno i prossimi passi?
Dopo la riuscitissima manifestazione a Roma del 25 ottobre il Comitato Centrale della Fiom (di cui faccio parte) ha deciso di proseguire proclamando lo sciopero nazionale di categoria. Il 14 novembre come sapete è stato fatto a Milano con una grande partecipazione, il 21 novembre a Napoli con lo stesso risultato, il 25 novembre in Sardegna a Cagliari e il 27 novembre in Sicilia a Palermo. Tutti scioperi riusciti a conferma che i lavoratori sono ben consapevoli delle politiche di questo governo e che, ovviamente, non le condividono. Qualche settimana fa anche la Cgil ha dichiarato lo sciopero generale di tutte le categorie insieme alla Uil. Sarà il 12 dicembre in tutta Italia. Per la zona di Lecco si terrà a Milano.
Le motivazioni di queste mobilitazioni non cambiano, sono le stesse perché dal Governo nulla è cambiato. Anzi direi che è addirittura peggiorato dato che la riforma sul lavoro è stata approvata con legge delega e ora devono partire i vari decreti. Come ha detto la segretaria Susanna Camusso quando capiremo come verranno impostati i decreti e cosa in essi sarà contenuto siamo anche pronti a cambiare campo passando dalle piazze ad un ricorso alla Corte di giustizia Europea. Inoltre non sono da sottovalutare tutte quelle manifestazioni di vari comitati di cittadini e di vari movimenti che si stanno svolgendo in questi giorni in tutta Italia. Anche gli studenti si stanno muovendo in modo capillare contro il jobs Act e la legge di stabilità. Perfino il Garante degli scioperi si sta rendendo conto che le mobilitazioni in atto contro le politiche del Governo si stanno moltiplicando… Perciò credo sia meglio per tutti che questo Governo trovi il tempo di ascoltare invece di criticare le persone che vanno in piazza ricordando anche che, quando si fa sciopero, ovviamente, non si viene pagati. E, in una situazione lavorativa come quella attuale, non è un sacrificio da poco. Per quanto riguarda i prossimi passi… il 17 e il 18 dicembre è convocato il Direttivo Nazionale della Cgil dove credo che discuteremo di come affrontare e mettere in campo tutto quello che, come sindacato, possiamo fare. Sicuramente non è l’approvazione del Jobs Act che ci fermerà perché è una legge ancora tutta da scrivere. Tanti sono i temi in campo come il demansionamento, la videosorveglianza, le modifiche all’articolo 18 ecc… Quindi, per ora, l’appuntamento è per lo sciopero del 12 dicembre e dobbiamo impegnarci tutti perché coinvolga il maggior numero di persone e di lavoratori, studenti, precari, disoccupati, esodati… unificando le lotte perché nessuno rimanga indietro… e per garantire a chi verrà dopo di noi un futuro lavorativo (e non solo) migliore.
GRAZIE MILLE MICHELA!
CI VEDIAMO IL 12 DICEMBRE A MILANO!