L’euro è stato costruito con l’obiettivo di tutelare dall’inflazione gli asset finanziari, denominati in euro, presenti nei portafogli dei grandi gruppi d’investimento. In vista di tale obiettivo viene gestito come una materia prima, cioè come una risorsa scarsa, che può essere resa anche più scarsa dell’oro.
Gli strumenti con cui viene indotta tale scarsità sono due: il primo riguarda il canale di creazione della moneta “verticale”, il secondo riguarda il canale di creazione della moneta “orizzontale”.
- Gli Stati vengono privati della capacità di spendere in deficit;
- Le politiche di austerity imposte dalla BCE agli Stati inducono il credit crunch.
Il credit crunch è il gradino finale della spirale deflazionistica. Le politiche di tagli alla spesa pubblica, di riduzione del debito, dei tagli salariali, della privatizzazione degli asset pubblici, causano una riduzione del volume d’affari e dei livelli occupazionali a cui consegue una riduzione del credito erogato dalle banche alle imprese, che a sua volta innesca un’ulteriore riduzione/azzeramento degli investimenti da parte delle stesse imprese e un’ulteriore conseguente riduzione della produzione aggregata.
A differenza di quanto comunemente si ritiene avvenga, la BCE non rende scarsa la moneta operando sui tassi d’interesse per ottenere una contrazione della domanda di liquidità a fronte di tassi d’interesse più elevati. La BCE (come ogni altra banca centrale) non può controllare direttamente la quantità di moneta in circolazione, piuttosto ottiene questo risultato innescando una spirale deflazionistica che genera una restrizione del credito. Il risultato è funzionale al rafforzamento dell’euro sul mercato rispetto alle altre valute, tutela gli interessi dei titolari delle rendite finanziarie ed è disastroso per la popolazione.
Tratto dal capitolo sesto, “La banale storia dell’Euro”, di Uccidere il dio dell’Austerità (Edizioni Sì)
