Una leggera sensazione di frustrazione. È un sentimento contro cui ognuno di noi deve combattere ogni giorno. Quanto ancora è lunga la strada? Vedremo mai i politici battersi per l’aumento del deficit e la piena occupazione? L’attivismo MMT ha fatto fare, in questi anni, passi avanti verso questo traguardo?
Sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stata una battaglia lunga. Molto di noi l’hanno condotta sapendo che sarebbero stati i figli a coglierne i frutti, e non la propria generazione. Altri hanno visto la propria rabbia trasformarsi nel tempo in rassegnazione, perché la vita va più veloce delle battaglie.
Noi siamo consapevoli del fatto che è necessario tenere lo sguardo dritto e concentrato sull’obiettivo. Non possiamo sapere quando arriverà la svolta del cambiamento, ma sappiamo che per giungere a quella meta era necessario iniziare questa battaglia così come oggi è necessario portarla avanti con tenacia e forza.
Abbiamo formato persone che ora sono in Parlamento, nel sindacato, tra gli insegnanti, studenti delle superiori e dell’Università. Abbiamo posto il dubbio alle associazioni di categoria che chiedevano più crescita e contemporaneamente più tagli alla spesa pubblica. Abbiamo contribuito a creare un’opinione pubblica che sa come e perché la riduzione del deficit è lo strumento con cui i lavoratori sono tenuti subalterni, con cui si fa perdere fiducia nello Stato, si lascia il mercato libero di dettar legge, si depaupera la democrazia. Quell’opinione pubblica non è però ancora maggioranza. E come tale non può esercitare la giusta pressione sulle forze politiche, sul sindacato, sulle organizzazioni di categoria, sugli opinion leader, sulla stampa. Per dare più forza a questa battaglia per ripristinare la democrazia sei indispensabile anche tu, e proprio nel territorio in cui abiti, dove lavori, dove ti confronti con gli altri, dove hai contatti con la stampa locale, con le associazioni, ecc. La nostra è la storia di un attivismo che si fa concreto laddove la vita delle persone si intreccia con le decisioni sulle politiche economiche.
Che tu ti definisca attivista MMT oppure no, poco importa. Se pretendi che la fine della disoccupazione debba essere la rotta dell’azione politica, stiamo combattendo la stessa battaglia.
Buon impegno anche per il 2019!
Stefano Sanna presidente ReteMMT Italia