L'Editoriale

Austerità e quattordicesime: una questione di coperte troppo corte

Austerità e quattordicesime: una questione di coperte troppo corte

Sabato scorso un trionfale post su Facebook del presidente del PD, Matteo Orfini, annunciava come un successo l’erogazione della quattordicesima a circa 3,5 milioni di pensionati. Il post si chiude con uno slogan propagandistico:

Molti dicono cose di sinistra, il PD le fa.

Da un punto di vista di redistribuzione dei redditi, questa scelta politica potrebbe essere considerata progressista dato che la platea che ne godrà è composta dai pensionati con la minima. Ma la situazione va vista nel suo insieme. Le politiche di austerità fanno in modo che la coperta sia sempre corta, anzi sempre più corta, e per coprire una cosa bisogna lasciare scoperta un’altra.

Nel 2013 la disoccupazione giovanile in Italia si attestava sotto il 35%, oggi supera abbondantemente il 40%. Il rapporto annuale dell’ISTAT, presentato lo scorso maggio alla Camera dei Deputati, ha sottolineato come

[…] la redistribuzione delle risorse sia attribuibile ai pensionati senza altra fonte di reddito, che ne assicurano uno disponibile a persone con reddito nullo (ad esempio a figli e nipoti), mentre un ruolo modesto è ricoperto dai trasferimenti di sostegno al reddito quali gli assegni al nucleo familiare o i sussidi di disoccupazione.

Con la coperta corta dell’austerità, per aggiungere qualcosa da una parte bisogna tagliare abbondantemente da un’altra parte e a farne le spese sono i più giovani.

Da un punto di vista macroeconomico, la quattordicesima ai pensionati potrebbe avere un riscontro positivo sui consumi e, quindi, sulla ripresa, solo se non fosse finanziata sottraendo pari risorse (tra 1 e 1,5 miliardi di euro) da altri capitoli di spesa, in particolare al settore sociale e alla sanità pubblica. Quei tagli impattano negativamente sullo stessa fascia sociale che la quattordicesima dovrebbe sostenere. È difficile per i politici parlare di politiche di sinistra quando ogni anziano è costretto a pagare quei servizi sanitari che lo Stato non garantisce più.

Caro Orfini, l’intenzione è lodevole, ma se si vuole davvero fare qualcosa “di sinistra” bisognerà pensare ad Piano di Lavoro Transitorio finanziato in deficit. Trasgredire il principio del pareggio di bilancio è oggi ciò che serve per ridare dignità a milioni di disoccupati e ai pensionati, che non sarebbero più costretti a mantenere figli e nipoti.


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