Il Commento

MMT: è tempo di dibattito nei media

Credetemi, la MMT non è voodoo e non dice che basta stampare moneta

Rilanciamo l’articolo di Domenico Viola su Econopoly – Il Sole 24 Ore “Credetemi, la MMT non è voodoo e non dice che basta stampare moneta” in cui l’autore risponde al post di Gianluca Codagnone “Perché la MMT di Mosler più che una teoria è un albero della cuccagna“.

Chi scrive riguardo alla MMT spesso non l’ha studiata, come nel caso di Codagnone, commettendo l’errore di interpretarla in termini di politiche monetarie e “stampare moneta”.

… Molto brevemente, in un sistema a cambi flessibili, una banca centrale è in grado solamente di controllare il tasso d’interesse interbancario giornaliero (e gli altri tassi d’interesse ufficiali) [5], mentre non può far altro – anche in virtù proprio dei suoi compiti istituzionali di preservare la stabilità finanziaria e la stabilità dei sistemi dei pagamenti – che accomodare la domanda di moneta (riserve o “liquidità”) da parte delle istituzioni finanziarie monetarie (“banche”) membri (del rispettivo sistema della banca centrale), lasciando che la “quantità di moneta” sia determinata dal “mercato”. Detto in “economichese”: il prezzo (“tasso d’interesse”) è esogeno (ovvero fissato e controllabile dalla politica monetaria), la quantità (di “moneta”) è endogena (determinata dalla domanda di credito da parte prima di tutto delle imprese e anche da parte delle famiglie).

Tanto per fare un esempio, uno dei massimi esponenti accademici della MMT e docente al Levy Economics Institute, Randall Wray, ha, sin dagli anni ’90, scritto libri e saggi accademici nei quali forniva sostegno teorico alla teoria della moneta endogena, così com’è stato da sempre fatto da tutti gli accademici MMT e da Mosler nei suoi principali scritti (e questo per sottolineare che la MMT non è quella teoria la quale non considera affatto e non dà importanza alla moneta/passività emessa/e da istituzioni bancarie e finanziarie private!). (Wray 1990, 1992, 1998, 2001; e anche Mosler 1995, 1997 e Tymoigne 2016).

Leggi tutti gli articoli sulla MMT nei media italiani nella nostra raccolta!


Crediamo nella libera circolazione del sapere. Ogni nostro progetto è fruibile gratuitamente e realizzato in forma volontaria dagli attivisti di Rete MMT Italia. Se ti è piaciuto, premiaci con una libera donazione.

1 Commento

  • Dubbio sulla MMT. La MMT afferma che uno Stato con sovranità monetaria può spendere in deficit in quanto tecnicamente non può fallire perché può sempre emettere nuova moneta (lo affermava nel 2011 anche l’ex presidente della FED Alan Greenspan, che non era sicuramente un keynesiano).

    Uno Stato con sovranità monetaria non ha bisogno di finanziare la propria spesa con le tasse pagate dai contribuenti o con l’emissione di titoli di debito sui quali altrimenti dovrà pagare onerosi interessi.

    Con la MMT i tassi di interesse rimangono quindi fissi a zero.

    Il mio dubbio è questo. Se i tassi di interesse rimangono sempre fissi a zero e lo Stato spende in deficit fino alla piena occupazione, avremo dei periodi piuttosto lunghi (anche di anni) in cui l’inflazione (anche se sotto controllo) raggiungerà magari livelli compresi tra il 3% e il 5% annuo (negli USA, ad esempio, l’inflazione è salita fino al 5,4% in seguito a uno stimolo fiscale da 5 trilioni di dollari).

    Stando così le cose, i tassi d’interesse reali sarebbero negativi tra il -3% e il -5% annuo. In una situazione del genere chi ne pagherebbe le maggiori conseguenze in termini di perdita di potere d’acquisto?

    I ricchi o la upper middle class? No, perché potrebbero investire i loro ingenti capitali in Azioni o Real Assets per evitare la perdita di potere d’acquisto.

    Ne pagherebbero le conseguenze, come al solito, la lower middle class e i poveri, i quali vedrebbero drasticamente svalutati i propri stipendi e risparmi.

    In una situazione come quella da me descritta occorrerebbe prevedere dei meccanismi automatici in grado di compensare tali perdite di potere d’acquisto (una maggiore tassazione per le classi più abbienti e agevolazioni fiscali per le classi più povere). Altrimenti la MMT potrebbe trasformarsi nella teoria monetaria che toglie ai poveri per dare ai ricchi!

Commenta