Il Commento

Le ultime tre mosse di Re Giorgio per spiazzare gli Italiani

Il discorso di fine anno con il quale il Presidente Napolitano annuncia le sue dimissioni regala agli italiani l’ennesima operazione mediatica di mistificazione della realtà. Tre semplici mosse assestate, però, con la consueta perfetta lucidità e scientificità: l’importanza delle riforme istituzionali e socioeconomiche in atto; la corruzione eletta a rango di patologia primaria del Paese; l’Europa simbolo di pace, di unità e di civiltà stavolta addirittura contrapposta all’integralismo islamico per elevarne i valori irrinunciabili che rappresenterebbe.

Peccato, per noi italiani, che le riforme socioeconomiche in atto si siano concretamente tradotte nel Jobs Act che ha di fatto sancito la morte del diritto sul lavoro e che le stesse convergeranno in piani di privatizzazioni che annienteranno definitivamente lo stato sociale e con esso alcuni diritti fondamentali garantiti dalla nostra Carta Costituzionale, di cui proprio il Presidente della Repubblica dovrebbe essere il garante.

Peccato, per noi italiani, che nessuno abbia potuto fare notare a Napolitano durante il suo discorso che la corruzione in Italia esiste da molto tempo ma la disoccupazione in soli 3 anni è quasi raddoppiata, quindi il Paese soffre di altre patologie che lo stanno deprimendo e che le massime cariche dello Stato si ostinano a voler ignorare, condannando di fatto l’Italia a subire le drammatiche conseguenze socioeconomiche in atto determinate, in realtà, da errate scelte di politica economica.

Ed ancora peccato, per noi italiani, che sia proprio l’Europa, con i suoi patti scellerati che impongono distruttive austerity, a dividere e contrapporre i popoli europei invece che avvicinarli e unirli.

Addio Re Giorgio.


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