Al di là delle promesse elettorali, uno dei motivi per cui i “democratici moderati” nostrani parteggiavano per la candidatura Clinton era l’aspettativa secondo cui “i mercati” avrebbero avuto, nel caso di vittoria di Trump, reazioni violente che avrebbero poi “colpito i più deboli, come avvenuto in UK con la Brexit”.
Il “timore” era palesemente infondato, come evidenzia l’indice Dow Jones, con il punto di ribasso toccato il 4.11.2016 a 17˙888 punti, per poi risalire a 18˙868 (il dato di lunedì 15 novembre).
Chi intendeva portare avanti la propria personale campagna elettorale “a distanza” con questo argomento poggiava, in effetti, su un fondamento piuttosto inconsistente.
(Dopo l’elezione Trump sta, effettivamente, lanciando messaggi politici fortemente conservatori, ed è probabile che questa sia la chiave di interpretazione che permette di comprendere l’andamento degli indici di Borsa USA)