La pagina facebook “Gli eurocrati”, che ironicamente rappresenta il punto di vista del “fascino discreto della tecnocrazia europea”, rilancia un post di Povia commentandolo sarcasticamente.
Il post ha generato 5˙000 reazioni in poche ore, evidenziando come la questione sia molto sentita, al di là del fatto che c’è chi ha capito l’ironia e chi invece no, e per questo può essere utile un parere scientifico.
Se l’Italia avesse la sua valuta, avrebbe comunque la possibilità di auto-imporsi limiti arbitrari alla spesa rispettando i dogmi di un’assurda religione finanziaria. Come fa l’Unione Economica e Monetaria oggi. Avere una propria moneta non basta.
Le valute sono create dagli Stati come strumenti per il proprio approvvigionamento. Se lo Stato non controlla la moneta non controlla lo strumento con cui si approvvigiona di beni e servizi, e i soldi possono mancare. Altrimenti possono mancare solo la capacità produttiva ed i beni da comprare. O la volontà politica di aumentare l’occupazione. Ma non i soldi.
Povia ha quindi ragione, ma solo nel caso in cui la valuta dell’Italia avesse un cambio fluttuante e se ci fosse la volontà politica di non asfissiare l’economia con l’austerità. In quel caso, allo Stato non mancherebbero i soldi per spendere di più e tassare meno così da soddisfare la domanda di risparmio netto del settore privato ed attivare completamente il tessuto economico.
La moneta non solo precede i mercati e lo scambio di beni reali come intesi dall’impostazione economica dominante, ma emerge anche in quanto meccanismo sociale di distribuzione, generalmente da parte di qualche autorità di potere (sia essa un’antica autorità religiosa, un re, un potere coloniale, un moderno Stato nazionale o un’unione monetaria). La moneta, si potrebbe dire, è una “creazione dello Stato” che ha giocato un ruolo chiave nel trasferimento di risorse reali tra le parti e nella distribuzione del surplus economico.
Money, Power, and Monetary Regimes, Pavlina Tcherneva, Economista MMT tra i riferimenti del candidato alle primarie democratiche per le presidenziali USA Bernie Sanders.