Il senso dell’economia è produrre per consumare. Senza consumo l’economia non può funzionare.
Non basta che un bar riesca a mettere sul banco dieci, cento, mille buonissimi caffè al minuto perché il bar funzioni. Affinché la sua attività continui, occorre che qualcuno abbia i soldi per comprarli!
Quello che in Italia stiamo facendo è cercare di aumentare spasmodicamente i caffè da mettere sul banco (con le riforme strutturali) distruggendo allo stesso tempo, la domanda di caffè (con le politiche di austerità).
L’austerità è quella politica che, togliendo soldi all’economia, annienta i consumi e con essi aziende e lavoro.
La disoccupazione e i fallimenti sono la prova che i consumi, ed in generale la spesa totale nell’economia, sono troppo bassi, e non il contrario!
Il problema è che l’austerità ci costringe al di sotto delle nostre possibilità produttive. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: fallimenti a catena e disoccupazione crescente.
Cos’hanno fatto Paesi come USA, GIAPPONE, AUSTRALIA, CINA, BRASILE e INDIA per non piombare nella crisi in cui si trova l’Europa? Hanno detto no all’austerità!
Hanno AUMENTATO LA SPESA PUBBLICA e DIMINUITO LE TASSE perché con la spesa pubblica che paga aziende e lavoratori i soldi in circolo aumentano mentre, come sappiamo, con le tasse diminuiscono.
Uno Stato che spende 100 e tassa 110, 120 e poi 130 per rispettare i trattati, per mantenere “i conti a posto”, non vedrà mai ripartire la propria economia!
Al contrario uno Stato che spende 100 e tassa 90 aumenterà i soldi in circolazione. Uno Stato che spende a deficit, cioè che spende più di quello che tassa, è l’unica soluzione alla crisi.
La politica deve usare l’economia per perseguire arbitrari obiettivi di bilancio pubblico o sono i conti dello Stato che devono essere gestiti in funzione del bene dell’economia reale?
Ciò che ci sta soffocando non sono gli sprechi, le troppe auto blu, la corruzione dilagante o l’evasione impunita, ma l’austerità imposta da questa Europa, ossia l`aumento delle tasse e la diminuzione della spesa.
Questo é quello che toglie l’ossigeno! Corruzione, casta e burocrazia sono problemi secondari che riguardano l’efficienza del sistema, non la sua sopravvivenza. Riguardano quanti caffè si riescono a produrre, non quanti rimangono invenduti!
Per questo dobbiamo avere il coraggio di dire che non ci stiamo! Il vincolo al deficit (Fiscal Compact, 3%) va sfondato almeno fino al 9-12%, seguendo la tendenza dei Paesi svincolati dai trattati europei! Dobbiamo avere il coraggio di attuare una politica economica con la “P” maiuscola. Più investimenti pubblici e meno tasse!
Lo Stato deve spendere per far girare l’economia ritirando attraverso le tasse meno soldi di quelli immessi con la spesa. Spendere 100 e tassare 90, non il contrario. E per fare questo basta:
- togliere i vincoli assurdi dell’Europa e far garantire il debito pubblico dalla BCE;
- oppure tornare alla Lira e assicurarsi che il debito pubblico sia garantito dalla nuova Banca Centrale Italiana.
Articolo pubblicato sul numero di marzo 2015 della rivista Bergamo Economia Magazine
[…] di Ivan Invernizzi – ReteMMT […]