Warren Mosler ha scritto questo documento nel 1997, quattro anni prima che l’Italia adottasse l’Euro. Nel 2013, sedici anni dopo, questo piano per il ripristino della sovranità monetaria e raggiungimento della piena occupazione è ancora una delle sintesi più significative ed accessibili oggi esistenti della Modern Money Theory.
(la Redazione)
Un programma per l’indipendenza monetaria del Quebec: la visione anticonformista di un investitore americano
I politici canadesi e i media descrivono la comunità finanziaria internazionale come unanime nel condannare non solo l’indipendenza politica del Quebec, ma sopratutto la possibilità che emetta una sua propria moneta. Temendo la situazione di incertezza la che l’emissione di tale moneta potrebbe comportare, specialmente nella comunità finanziaria internazionale, i politici sovranisti [favorevoli all’indipendenza del Québec, ndr] hanno sempre visto con favore l’idea di un’unione monetaria con il resto del Canada e dunque il mantenimento del dollaro canadese. Infatti, nonostante i numerosi problemi nati in Europa con l’adozione del trattato di Maastricht, i sovranisti del Quebec hanno indicato la UEM (Unione Economica e Monetaria dell’Unione Europea) come il modello da adottare nell’eventualità dell’indipendenza politica del Quebec. Data la mia scarsa conoscenza delle questioni politiche in gioco, non mi considero necessariamente a favore della separazione del Quebec, ma in quanto membro di questa comunità di investimento internazionale dove milioni di dollari sono maneggiati dalla nostra organizzazione ogni giorno, credo che una tale posizione nei confronti di un’unione monetaria sia sbagliata. Come succede in Europa, l’unione monetaria implicherà essenzialmente un’unione politica, giacché in ultima istanza le autorità fiscali nazionali dovranno attenersi alle decisioni burocratiche della autorità monetaria sovranazionale. Per questa ragione la posizione sovranista è in qualche modo contraddittoria su questo argomento dato che, abbracciando l’unione monetaria, il Quebec garantirà lo status quo preesistente sia in campo monetario che fiscale. Mi è stato riportato che questa questione era alla base dei maggiori dibattiti tra i primi ministri Bourassa e Parizeau circa venti anni fa. Perché passare attraverso il processo della separazione dal resto del Canada se, quando si tratta di questioni cruciali pertinenti l’economia, tutto ciò che i politici sovranisti stanno offrendo è a quanto pare qualcosa di già simile allo status quo?
Contrariamente all’opinione diffusa, io credo che se agli abitanti del Quebec fosse stato offerto un programma credibile che riguardasse l’adozione di una moneta propria, al referendum indetto nell’ottobre del 1995 ci sarebbe effettivamente potuto essere un “Sì” vincente, e anche con un margine di vittoria importante. Nonostante non possa risolvere tutti i problemi che si trovano a dover affrontare gli abitanti del Quebec, vorrei suggerire tale programma. Questo è un programma attuabile e prevede che la nuova moneta sia supportata senza tasse aggiuntive, IVA, o qualsiasi altra tassa di transazione che potrebbe ridurre il welfare della comunità. Inoltre, la nuova moneta verrebbe istituita in modo da permettere all’economia del Quebec di avvicinarsi sia a una stabilità dei prezzi, sia alla piena occupazione, sia al rendere agevoli tassi di interessi molto bassi. E da ultimo, ma non per importanza, il programma per questa nuova valuta che, in mancanza di un termine migliore, chiamerò “La Fleur”, è qualcosa di comprensibile per ogni cittadino e sostenibile da ogni economista.
Il prerequisito di questo programma è che, nell’eventualità dell’indipendenza del Quebec, tutte le nuove tasse siano pagate in Quebec Fleur. Solamente le passività già esistenti verrebbero ancora pagate in dollari canadesi. Poiché l’IVA e altre tasse di transazione, inclusa la famigerata tassa sui beni e sui servizi (Goods and Services Tax), tendono a scoraggiare le persone dallo scambiare beni e servizi l’un l’altro, e richiedono altissimi costi per la contabilità e per la stessa esecuzione di tali scambi, verranno sicuramente eliminate. Al loro posto, io propongo una tassa nazionale sulla proprietà. Ovviamente, dato che si tratta di un immobile, in un modo o nell’altro tutti pagherebbero una tassa sulla proprietà: o direttamente, in quanto proprietari di un immobile, oppure sotto forma di affitti più alti.
La tassa nazionale sulla proprietà potrà essere pagata solo in Fleur. Non sarebbe necessario mantenere alcuna contabilità al di fuori del sistema di registrazione della proprietà già esistente. Nel caso in cui la tassa non venisse pagata, il governo semplicemente venderebbe la proprietà a prescindere da chi sia il proprietario. Ovviamente l’autorità fiscale potrebbe permettere delle esenzioni dalle tasse, come ad esempio nel caso di donazioni a istituzioni di carità, se gli elettori esprimessero il desiderio che ciò avvenisse. È importante notare, comunque, che la tassa è pagabile in Fleur, ma nessuno ancora possiede alcun Fleur, fatta eccezione per lo Stato del Quebec, che ne può emettere quanti ne desidera. La popolazione, e in particolare i proprietari di immobili, comincerebbero subito ad accettare i Fleur in pagamento. Il valore del Fleur dipenderà da quanto il governo deciderà di essere disposto a pagare per i suoi acquisti, dato che sa che il settore privato ha bisogno dei suoi Fleur per pagare le nuove tasse.
Fermiamoci ora un attimo ad esaminare alcune cose:
- Lo Stato del Quebec non può riscuotere alcun Fleur prima di averne spesi dato che nessuno ne è in possesso.
- Contrariamente a quello che viene normalmente spacciato dai politici, lo Stato non riscuote Fleur così da poterli spendere. Lo Stato tassa in modo che il settore privato abbia bisogno di Fleur e di conseguenza ci siano persone che vogliano scambiare beni e servizi reali con i Fleur di cui hanno bisogno.
- Il governo dovrà prevedere di spendere ALMENO tanti Fleur quanti ne necessita il settore privato per pagare le tasse.
- Il governo potrà prevedere di spendere più di quanto poi imposto con le tasse al fine di lasciare ai cittadini dei risparmi dopo la riscossione delle stesse.
Per far sì che la nuova valuta si stabilizzi efficacemente, io suggerisco inoltre che lo Stato innanzitutto fissi un salario pagato a chiunque sia disposto a lavorare per lo Stato. Il risultato di questo impegno da parte del governo sarebbe essenzialmente quello di eliminare la disoccupazione non volontaria e stabilire un salario minimo senza una ulteriore legislazione o intrusione nel settore privato. Questo darebbe anche un effettivo valore al Fleur espresso in termini di tempo lavorativo.
Al mercato può essere concesso di stabilire tutti gli altri prezzi nell’acquisto o vendita di altri beni e servizi nell’ambito delle modalità alternative pubblicamente a disposizione per poter ottenere il “servizio di Stato-basic” denominato in Fleur.
A questo punto introdurrò un po’ di aritmetica per illustrare come lo Stato otterrà i beni e servizi reali di cui necessita al fine di governare in modo appropriato la nuova nazione. Consideriamo un esempio ipotetico dove le nuove tasse consolidate sulla proprietà e sul reddito ammontino a 100 miliardi di Fleur. Lo Stato deve prevedere di spendere almeno lo stesso ammontare di denaro, visto che i proprietari non hanno altri mezzi per ottenere Fleur. Se lo Stato offrisse 10.000 Fleur come salario minimo e non spendesse altro, sarebbe ragionevolmente certo che almeno 10 milioni di lavoratori farebbero domanda per un lavoro statale retribuito con salario minimo (100 miliardi diviso 10.000 = 10 milioni). Lo Stato però non vuole 10 milioni di lavoratori (soprattutto dato che nel nostro esempio ipotetico questo numero eccederebbe quello dell’intera popolazione del Quebec!); vuole piuttosto altre cose che saranno vendute dal settore privato (come soluzioni alternative al fine di guadagnare Fleur per pagare le tasse).
Ammettiamo che lo Stato spenda 99 miliardi di Fleur ai prezzi di mercato, e compri le altre cose di cui davvero ha bisogno, incluso forza lavoro specializzata e materiali necessari per il sistema legale, la difesa, l’educazione, il sistema sanitario e altri servizi governativi. Il settore privato ora avrebbe bisogno solo di un ulteriore miliardo di Fleur per pagare le tasse, così ci si aspetta che un minimo di solamente 10.000 lavoratori facciano domanda per il lavoro. Ovviamente ci sarà all’interno del settore privato una domanda di liquidità e altre attività che portano a una domanda di risparmio netto. Questa domanda generalmente corrisponde ad un importo considerevole. Supponiamo che questo desiderio di guadagnare ammonti a 5 ulteriori miliardi di Fleur. Questo sarà dimostrato da un ulteriore 500.000 lavoratori a salario minimo che fanno domanda per un lavoro nel settore pubblico, per un totale di 600.000. In ogni caso, più lo Stato abbassa il salario minimo, avvicinandolo a quello di mercato, più basso sarà il numero di coloro che cercano un lavoro con il salario minimo. Nel caso in cui ci siano troppe persone alla ricerca di un lavoro statale, le tasse possono essere ridotte o altre spese da parte dello Stato possono essere incrementate fino a che il numero di lavoratori statali si riduca fino al livello desiderato.
E per quanto riguarda i tassi di interesse? Con questo sistema, lo Stato non deve pagare interessi, anche nel caso in cui spenda più di quello che tassa.
È importante notare che lo Stato non ha bisogno di prendere in prestito per poter spendere più di quello che tassa, poiché semplicemente emette moneta, o accredita un conto corrente di qualcuno quando quella persona desidera vendere qualcosa in cambio di Fleur. La chiave di tutto ciò è che ci sarà stabilità nei prezzi a condizione però che lo Stato non spenda così tanto ai prezzi del mercato da far sì che nessuno cerchi più lavoro nel settore pubblico. In altre parole, c’è stabilità dei prezzi fintanto che lo Stato non spende più Fleur di quelli che i cittadini, coloro cioè che pagano le tasse, decidono di volere. E dal momento che lo Stato richiede sempre che al margine sia necessario l’esercizio di un servizio di Stato per ottenere i Fleur desiderati, il valore dei Fleur è uguale al valore dell’orario lavorativo della persona che deve lavorare avendo come retribuzione il salario minimo dello Stato per procurarsi i Fleur.
Nella situazione in cui lo Stato spende più di quello che tassa, i Fleur extra saranno probabilmente destinati a giacere come depositi in eccesso nel sistema bancario. Questa è una condizione che porterà, come qualsiasi altro economista potrà confermare a tassi di interesse a breve termine estremamente bassi, forse ancora più bassi di quelli visti in Giappone negli ultimi anni. Il tasso di base, per esempio, ci si potrebbe aspettare che sia intorno al 3,5%. I regolatori del sistema bancario dovranno ovviamente continuare a mantenere i loro rigide linee guida sulla gestione dei capitali e sui requisiti relativi al credito al fine di evitare che le banche speculino con il denaro assicurato dei depositari, come fanno oggi. Se lo Stato dovesse desiderare tassi di interesse più alti per una qualsiasi ragione, avrà sempre l’opzione di offrire il pagamento di un tasso di interesse di base maggiore sulle riserve bancarie custodite nella banca centrale.
Con questo programma elementare, il nuovo Stato del Quebec potrebbe istituire e mantenere la propria valuta. Lo Stato sarebbe in grado di acquistare il necessario per poter governare la nazione e allo stesso tempo mantenere piena occupazione e la stabilità dei prezzi. Inoltre, si verificherebbe un aumento automatico del benessere economico per via dell’eliminazione degli effetti “economicamente ingabbianti” dell’IVA come: diminuzione delle transazioni, costi di conformità tecnica e costi di esecuzione. Non ci sarebbero motivi per limitare il libero mercato, soprattutto sotto il NAFTA [North America Free Trade Agreement – Accordo nordamericano per il libero scambio, ndt] , e lo Stato permetterebbe la libera circolazione dei Fleur. Non c’è dubbio che inizialmente sui mercati di scambio stranieri la nuova moneta si troverà ad affrontare una certa speculazione, ma in ultima istanza il valore del Fleur si stabilizzerebbe intorno al suo reale valore d’acquisto, cioè il lavoro statale a salario minimo. E un miglioramento della produttività di quei lavoratori statali attraverso la loro formazione, il sistema sanitario, etc. servirebbe per migliorare il valore del Fleur nel lungo periodo.
Vorrei ringraziare per il suo aiuto il Prof. Mario Seccareccia.
Originale pubblicato il 17 luglio 1997
Traduzione a cura di Federica Casati