L'Editoriale

Nota di aggiornamento DEF 2016: un’azienda, non lo Stato

Nota di aggiornamento DEF 2016: un'azienda, non lo Stato

Martedì scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016.

Il DEF dovrebbe indicare come un Governo vuole impiegare le risorse reali di cui dispone. Questo se avesse come interesse il bene dei cittadini. Ad esempio, potrebbe decidere di impiegare più risorse reali nella scuola aumentando il numero degli insegnanti, oppure nella sanità aumentando il numero degli operatori sanitari, oppure nel turismo, nella bonifica di un territorio, ecc. Questo dovrebbe essere un DEF.

Il DEF 2016 non è questo. Le 136 pagine della nota di aggiornamento al DEF rivelano un documento svilito nel suo valore e ridicolizzato nei contenuti. Purtroppo non è neppure un documento tecnico coerente nell’analisi, nelle decisioni e negli obiettivi.

Il documento raccoglie i peggiori luoghi comuni dell’economia:

Dall’inizio del suo mandato il Governo ha perseguito il delicato equilibrio tra sostegno alla crescita e consolidamento delle finanze pubbliche, al fine di non scaricare sulle generazioni successive il peso del debito elevato accumulato negli anni passati

Questa frase riassume il significato del documento e la vera natura delle politiche del Governo. A parole si critica l’austerità, nei fatti la si realizza. Renzi e Padoan sono convinti di amministrare un’azienda invece di uno Stato, e il DEF 2016 è nei fatti una semestrale dell’azienda Italia presentata al proprio consiglio di amministrazione: la Commissione europea.

Il Governo dà in pegno a Bruxelles la riforma costituzionale in cambio di uno zerovirgola di flessibilità in più. Così Padoan nella presentazione della nota di aggiornamento:

“Per effetto delle misure attuate e in programma si prevede una crescita del PIL per il 2017 dell’1,0 per cento. Affinché tuttavia la politica di bilancio stimoli la crescita e la creazione di occupazione, e le riforme strutturali adottate producano benefici crescenti nel tempo, il Paese ha bisogno di stabilità politica e istituzionale.”

In piena sintonia con l’indirizzo dell’Unione europea e delle grandi imprese esportatrici, nella nota di aggiornamento sono indicate misure “selettive e mirate alla crescita” come gli incentivi alla produttività, “incentivi fiscali per più salario ai lavoratori e più profitto alle imprese”. L’obiettivo è essere più competitivi per aumentare l’export, con i risultati spiegati bene nella pillola MMT #2 “Export netto e privazione”.


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