Deficit pubblico

Premessa

In questa sezione ci interessiamo ai vincoli contabili che interessano i rapporti finanziari tra il monopolista della valuta e tutti gli altri agenti che la utilizzano come mezzo di pagamento: gli “utilizzatori” della valuta.

Ci riferiamo al monopolista della valuta, lo Stato, anche parlando di “settore pubblico“; parlando di “settore privato” ci riferiamo invece agli utilizzatori (“tutti gli altri”). Facciamo notare che il “settore privato” non va identificato nella sola popolazione nazionale, ma nell’insieme di tutti i soggetti, nel mondo, che utilizzano la valuta in questione come mezzo di pagamento. Ad esempio, il settore privato associato al franco svizzero non è identificato dalla sola popolazione svizzera, ma dall’insieme di tutti gli agenti economici che, nel mondo, utilizzano franchi svizzeri.

Teoria

La spesa pubblica è l’operazione con cui il monopolista crea la valuta, una volta ricevuti in cambio forza-lavoro, beni o servizi. Una volta avvenuta la creazione di una unità di valuta, ad essa sono concessi solo due destini possibili:

  1. Essa potrà essere usata immediatamente, nello stesso anno[1] in cui è stata creata, per pagare le tasse. Facendo un’analogia con i beni reali, potremmo dire che, in questo caso, la valuta viene “consumata“.
  2. In alternativa essa potrà essere accantonata, allo scopo di poterne fruire in uno degli anni successivi per pagare tasse future. In questo caso la valuta viene “risparmiata“: non viene utilizzata subito per svolgere la funzione per cui è stata creata, cioè pagare le tasse, ma messa da parte per poter essere utilizzata in futuro. La stessa cosa può essere fatta, se ci pensiamo, con quasi tutti i beni reali.

Quest’analogia ci permette di arrivare a un concetto molto importante: la differenza tra spesa pubblica e tasse riscosse durante un certo anno, detta deficit pubblico, equivale contabilmente alla quantità di valuta che gli utilizzatori, complessivamente, non “consumano” per pagare le tasse di quell’anno, ma “risparmiano” per uso futuro. Dunque il deficit pubblico corrisponde al risparmio privato.

Per essere più precisi e non sovrapporre la nostra terminologia con quella di uso corrente in economia, parliamo di risparmio netto riferendoci al risparmio finanziario complessivo del settore privato, come definito nella premessa, denominato nella specifica valuta di riferimento.

Il deficit pubblico - Schema

Esempio

Immaginiamo che, in Ghana, il governo coloniale inglese, a partire dalla giornata di lunedì, voglia ottenere almeno 1˙000 ore di lavoro giornaliere dalla popolazione, stabilendo un salario di 1 sterlina all’ora.

Esso impone il pagamento a fine giornata di una tassa complessivamente pari a 1˙000 sterline. Così facendo, il governo, monopolista delle sterline, è sicuro di raggiungere il suo obiettivo, poiché la popolazione ghanese dovrà procacciarsi almeno 1˙000 sterline vendendo un’ora di lavoro al governo inglese per ciascuna di esse.

Se fino ad ora abbiamo considerato la situazione dal punto di vista del monopolista inglese, poniamoci adesso dall’altra parte. La tassazione giornaliera ammonta a 1˙000 sterline, quindi, per la popolazione ghanese, non solo sarà necessario ottenere 1˙000 sterline per pagare le tasse di lunedì, ma potrà essere utile lavorare un certo numero di ore aggiuntive lunedì così da poter eventualmente pagare, con la valuta ricavata, anche parte delle tasse di martedì. Questa decisione avrebbe l’effetto di garantire al settore privato ghanese una certa “libertà” dal lavoro nelle piantagioni nella giornata di martedì.

Ipotizziamo allora che la popolazione chieda di lavorare 1˙500 ore lunedì, per ottenere 1˙500 sterline: la domanda di valuta ammonta a 1˙500 sterline. Di queste, 1˙000 verranno distrutte, “consumate” immediatamente, con il pagamento delle tasse di lunedì; le restanti 500 verranno accantonate, “risparmiate“, così da poter essere utilizzate per pagare le tasse martedì.

Il giorno seguente, il settore privato ghanese si troverà davanti alla stessa scelta: lavorare solo le 500 ore necessarie a pagare le tasse (500 sterline erano state risparmiate il giorno prima), oppure lavorarne di più per accumulare un risparmio da “consumare” eventualmente il mercoledì.

Supponendo che il governo acconsenta di acquistare tutte le ore di lavoro che la popolazione vuole vendergli (ai fini di questa sezione non è importante la motivazione del governo), arriviamo ai fatti. Nella giornata di lunedì, il governo spende 1˙500 sterline e si approvvigiona di 1˙500 ore di lavoro. La popolazione paga le tasse con 1˙000 sterline e ne risparmia 500. Il deficit del governo inglese è dato dalle sue uscite, 1˙500 sterline, meno le entrate, 1˙000 sterline, quindi è pari a 500 sterline. Il deficit del monopolista equivale quindi al risparmio del settore privato.

 

Note dell’Autore

1.^ Qualsiasi periodo di tempo è equivalente: un mese, un giorno, ecc.

Commenta