Approfondimento

Inflazione: analisi per un futuro migliore

Negli anni che hanno preceduto la pandemia l’Italia ha registrato un’inflazione costantemente bassa, con una media inferiore al 2% su base annua, dato obiettivo della BCE. Questi due anni di pandemia hanno causato un susseguirsi di stop e rallentamenti della produzione che hanno generato una rapida contrazione economica che gli Stati hanno cercato di contrastare con interventi di stimolo fiscale, chi più chi meno, chi più velocemente e chi con ritardo. Si è trattato di stimoli fiscali ben superiori ai precedenti interventi di politica economica per far fronte alle crisi economiche.

Oggi il dato dell’inflazione in Italia si attesta intorno al 5%.

L’aumento dell’inflazione ha innescato le solite voci critiche prive di analisi, animate dagli stessi consiglieri economici che hanno orientato le scelte macroeconomiche degli ultimi decenni, che puntano il dito contro le politiche di innalzamento del deficit e suggeriscono le vecchie e fallite ricette dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale.

Ma comprendere le cause dell’aumento dell’inflazione è un passaggio fondamentale per progettare interventi mirati di contenimento.

Nel 2020 la domanda dei consumatori si è spostata verso i beni per la casa, azzerando quella per viaggi e tempo libero. Superata la fase dei lockdown, la ripartenza economica ha dovuto fare immediatamente i conti con gli shock della logistica delle merci e a una serie di ‘colli di bottiglia’. Di fronte alla domanda che riprendeva respiro, l’offerta subiva ancora lo squilibrio delle infrastrutture logistiche del trasporto delle merci (ritardi e arretrati delle spedizioni globali che hanno visto coinvolti navi, porti, camion e treni). Questa nuova e inaspettata condizione ha creato una pressione inflazionistica per i gestori della catena di approvvigionamento che in breve tempo si è trasferita sui prodotti.

In un’economia mondiale basata sul paradigma Just-In-Time, la strategia di gestione delle materie prime e dei componenti necessari alla produzione è di fatto collassata. La filosofia di produzione Just-In-Time si basa sulla previsione e tutte le previsioni e le programmazioni erano letteralmente saltate. Il sistema economico globale si è scoperto inadeguato e si è reso necessario intervenire con risorse aggiuntive capaci di eliminare nel più breve tempo possibile i colli di bottiglia tra domanda e offerta.

Anche il settore dell’energia ha subito effetti a catena facilmente individuabili. Joe Weisenthal (Bloomberg) ha spiegato come l’aumento dei prezzi dell’elettricità in Cina abbia comportato un aumento dei prezzi dell’elettricità in Europa, i quali hanno contribuito all’aumento dei prezzi dei fertilizzanti che sta causando pressioni inflazionistiche sui venditori di cereali. Un effetto valanga che sta causando importanti problemi ai produttori di latte e carne.

Abbiamo assistito a degli shock che si sono propagati settore per settore attraverso connessioni inaspettate ma profondamente interdipendenti e che prima di oggi probabilmente non erano state attentamente analizzate.

A valle di una corretta analisi tecnica, economica e sociale ogni Stato attraverso la propria politica fiscale sarà in grado di correggere gli squilibri che hanno creato questi fenomeni inflazionistici, per esempio andando a supportare consumatori e imprese con la riduzione della tassazione nella bolletta elettrica, affinché la loro ripresa non venga vanificata dall’aumento dei costi. Sempre con l’utilizzo della sua politica fiscale lo Stato può penalizzare i produttori di energia, ad esempio da fonti rinnovabili, che pur non subendo pressioni inflazionistiche godono di profitti inaccettabili per le storture del libero mercato dell’energia che li favorisce a danno dei consumatori.

Lo Stato non deve mai sottrarsi al suo ruolo di soggetto economico anticiclico capace di bilanciare gli squilibri economici creati dalle crisi. Se il Governo non agirà con decisione, ci sarà un aumento esponenziale della povertà e la chiusura per migliaia di PMI, l’ossatura dell’industria Italiana.


Articolo pubblicato sul mensile Bergamo Economia nel mese di Febbraio 2022


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