L'Editoriale

Il veleno dell’economia

Origine e cura della tossina economica che asfissia aziende e cittadini: la disoccupazione.

Fallimenti, disoccupazione, suicidi: fenomeni sempre più diffusi sul nostro territorio e non solo. Siamo dunque al centro di una spirale recessiva che tutti subiamo senza vederne la fine.

Il processo si innesca con una diminuzione dei profitti delle aziende che porta a licenziamenti, i quali, togliendo reddito a una fetta della popolazione, riducono la domanda di beni e servizi. Le aziende, vendendo meno, vedono diminuire ulteriormente i loro profitti e si ritrovano costrette, come in una spirale, a licenziare di nuovo.

In questo contesto le banche, impaurite dai profitti calanti, prestano sempre meno accelerando il fenomeno che rapidamente porta a disoccupazione e fallimenti di massa.

Ma da cosa dipende esattamente la disoccupazione?

La disoccupazione dipende da un’insufficiente domanda aggregata di beni e servizi: dal momento che i beni e i servizi prodotti non vengono acquistati, le aziende sono obbligate a ridurre la produzione e a licenziare.

Ci sono diverse ragioni che portano ad una diminuzione della domanda. L’aumento della propensione al risparmio e l’eccessiva tassazione sono solo due di queste.

Qual è quindi la condizione per la piena occupazione?

La piena occupazione è possibile solo in una situazione dove la domanda di beni e servizi riesce ad assorbire, a comprare, la produzione realizzata quando tutti coloro che lo desiderano sono al lavoro; cioè quando le aziende non rimangono con depositi di invenduto e senza commesse.

La piena occupazione è quella condizione in cui il sistema economico funziona a pieno regime e le aziende, riuscendo a vendere, cercano di aumentare la produzione fino quasi a rubarsi i lavoratori. L’assenza di un bacino di disoccupati da assumere spinge infatti le imprese a cercare di attirare lavoratori già occupati, alzando loro il salario.

È importante sottolineare che in un contesto di crisi economica tutti i soggetti economici privati (cittadini, imprese e banche) favoriscono, con i loro comportamenti, il crollo della domanda, quindi la disoccupazione:

  • i cittadini disoccupati, senza reddito e con aspettative economiche in peggioramento, non spendono, quindi non domandano beni e servizi;
  • le banche prestano meno per via dei profitti calanti delle aziende;
  • le aziende licenziano e investono di meno contribuendo a far diminuire la domanda di beni e servizi.

L’unico soggetto che può intervenire per invertire questa spirale recessiva è lo Stato a moneta sovrana, cioè uno Stato che crea ed emette la propria moneta dal nulla: potendo aumentare la domanda di beni e servizi, diminuendo le tasse e aumentando la spesa pubblica, lo Stato emettitore della propria valuta può garantire un livello di domanda che garantisce la piena occupazione.

Va da sé che uno Stato che crea la propria moneta (come USA, Giappone, Svizzera, Norvegia e molti altri) non la deve chiedere in prestito e non può rimanere mai senza denaro, quindi può concentrarsi sull’economia reale senza preoccuparsi d’altro.

Occupazione, risparmio privato, produzione e benessere possono essere le uniche preoccupazioni di uno Stato che emette la propria moneta.

Spread, mercati finanziari e aumento delle tasse sono gli aspetti prioritari di cui si deve occupare uno Stato che, come l’Italia con l’euro, prende in prestito la propria moneta.

La piena occupazione e la crescita raggiunte mediante una diminuzione delle tasse e un aumento della spesa pubblica non è teoria fantastica ma realtà storica: l’Italia nel dopoguerra, la Cina ancora oggi, i Paesi Scandinavi, gli USA e la Germania nazista dopo la crisi del 1929 sono solo alcuni esempi che si trovano nella storia.

Perché ciò non avviene in Italia?

Innanzitutto perché lo Stato Italiano non emette la propria moneta, quindi può rimanerne sprovvisto ed essere costretto all’austerità.

Secondariamente perché il pensiero economico dominante adottato dagli Stati occidentali negli ultimi anni non ha come obiettivo primario la piena occupazione.

Ora si può cominciare ad intuire quanto l’assurdità dell’austerità, che con più tasse e meno spesa pubblica comprime la domanda, sia legata al fatto che con l’euro l’Italia abbia perso la sovranità monetaria.

La disoccupazione è un crimine contro l’umanità

[Warren Mosler, economista]


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