I fantasmi riappaiono. Il piano di 1750 miliardi di dollari per le infrastrutture “umane” proposto da Joe Biden rischia di essere bocciato a causa del pericolo inflazione, il cui tasso di crescita è “esploso” al 6.2%”.
La paura rischia di impadronirsi dei senatori democratici più moderati che potrebbero non sostenere il piano.
Abbiamo spiegato altre volte che l’inflazione è una grandezza macroeconomica da gestire e non da temere, come spiega bene Stephanie Kelton nel libro “Il mito del deficit“.
É importante cogliere l’analisi di Warren Mosler sull’origine dell’aumento dei costi energetici causa della crescita dei prezzi.
Mosler spiega che i consumatori statunitensi pagheranno questo inverno prezzi molto più alti per il gas naturale e per l’energia, poiché le esportazioni record di gas naturale americano, a fronte della lenta crescita della produzione interna, hanno determinato un aumento dei prezzi del carburante.
La crisi dell’offerta mondiale di gas naturale ha impattato sui prezzi spingendo i produttori americani a fare volumi record di esportazioni di gas dall’America e lasciando volumi inferiori per il mercato interno. Tutto questo in coerenza con la logica del profitto dei principali produttori di gas naturale, che, attenendosi alla disciplina del capitale per premiare gli azionisti, non si affrettano ad aumentare la produzione per non ridurre i prezzi del mercato.
Le esportazioni sono inequivocabilmente un costo. Le importazioni un vantaggio.