L'Editoriale

Draghi, quando la narrazione si fa esplicita

Draghi, quando la narrazione si fa esplicita

Le frasi di questi giorni di Mario Draghi al Parlamento europeo non sono casuali. L’obiettivo è far recapitare ai governi il messaggio che non sarà (e non deve essere) il consenso politico a guidare le loro scelte, dato che si trovano all’interno di un recinto in cui non è contemplata la democrazia.

Le parole di Draghi rappresentano la realtà? No, esiste un piano della narrazione e un piano della realtà.

La narrazione

Mario Draghi: “Un Paese perde sovranità quando il debito è troppo alto”, perché al posto del Governo a decidere sono i mercati, che davvero non votano e non si presentano alle elezioni… Con un debito troppo alto, “sono i mercati che decidono”, si sostituiscono alle autorità democratiche, delle quali ogni decisione “deve essere scrutinata dai mercati, cioè da persone che non votano e che sono fuori dal processo di controllo democratico”. “Il debito viene prodotto da decisioni politiche dei Governi”, e “la sovranità viene persa a causa di politiche sbagliate”.

Il piano della realtà

Un Paese monopolista della valuta non può mai perdere la propria sovranità in relazione alla dimensione del debito pubblico, il quale corrisponde alla mera misura quantitativa di quanto spende e risparmia. Un alto debito pubblico non è mai un problema per un Paese monopolista della valuta, e per questo i mercati non possono farlo andare a picco. Sono le finalità delle scelte politiche a determinare se quelle scelte sono da ritenersi “giuste” o “sbagliate”, non la dimensione del debito. Dato che esistono interessi contrapposti e non solo interessi generali, quella che è considerata una scelta giusta per tanti (per esempio la piena occupazione e un esteso welfare) può essere valutata come una scelta sbagliata dai pochi. Fornire una narrazione secondo cui le scelte politiche giuste sono quelle che riducono il debito pubblico è falso da un punto di vista tecnico e tendenzioso dal punto di vista politico.

Un Paese che non è più monopolista della valuta, come gli Stati dell’Eurozona, invece, cede la legittima sovranità ai mercati finanziari. Questa condizione pone gli Stati dell’Eurozona al di fuori del pieno perimetro della democrazia.


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