La Teoria

Curva IS: quando la realtà non si modella alla teoria

Curva IS: quando la realtà non si modella alla teoria

Stephanie Kelton risponde ai dubbi di Paul Krugman su livello del deficit, tasso di interesse e trade-off tra politica fiscale e politica economica, facendo riferimento alla curva IS utilizzata dallo stesso Krugman. L’intenzione dell’economista keynesiano è di dimostrare, tramite la curva IS, che l’obiettivo della piena occupazione mediante la spesa in deficit determina un aumento dei tassi d’interesse e una conseguente riduzione degli investimenti privati.

Ma che cos’è la curva IS?

La curva IS rappresenta la relazione tra il tasso d’interesse e il PIL (o reddito nazionale), dove la sta per Investimento e la per Risparmio (in inglese Savings).

La curva è costruita a partire dall’individuazione di tutti i possibili punti di equilibrio nel mercato dei beni e servizi tra la spesa totale e il reddito nazionale. Ogni punto di equilibrio è associato a un dato tasso d’interesse e a un livello di reddito.

La condizione di equilibrio nel mercato dei beni e servizi corrisponde a una situazione in cui il reddito nazionale è uguale alla spesa totale, costituita da consumi + investimenti + spesa dello Stato + (esportazioni – importazioni).

Nel modello, un aumento della spesa pubblica comporta uno spostamento verso destra della curva, la quale comporterà una nuova posizione di equilibrio in cui sia il reddito nazionale sia il tasso d’interesse sono più elevati.

L’economia classica afferma che un aumento della spesa pubblica (o una riduzione della tassazione) determina un maggiore tasso d’interesse, che a sua volta causa una riduzione degli investimenti privati. Questo meccanismo rappresenta il trade-off, ovvero lo spiazzamento, dell’investimento privato dovuto alla spesa pubblica: la maggiore spesa pubblica determina quindi una riduzione degli investimenti privati.

Un ulteriore elemento nel ragionamento di Krugman riguarda la quantità di moneta offerta per un dato aumento della spesa pubblica: l’offerta di moneta non varierebbe, per cui il suo ragionamento funziona nel modello da lui utilizzato a parità di offerta.

Il limite dei modelli economici classici

Il limite più evidente dei modelli economici classici sta nel fatto che ragionano sulla base di domanda e offerta di moneta in termini astratti, ovvero senza tenere conto in nessun modo di come la moneta entra nel circuito economico, circola ed esce. Sotto questo aspetto, le ipotesi su cui si regge il modello teorico di Krugman risultano del tutto inadeguate a rappresentare il mondo reale.

Come funzionano i sistemi bancari

Nel momento in cui uno Stato decide di aumentare la spesa pubblica, si determina nel sistema bancario un contestuale aumento delle riserve. Le riserve bancarie sono la moneta che circola tra il settore bancario e la banca centrale. Le operazione di vendita e acquisto delle riserve tra banche e tra banche e banca centrale determina il livello del tasso d’interesse, ovvero il prezzo della moneta rispetto a se stessa.

Pertanto, se l’aumento della spesa pubblica determina un aumento delle riserve bancarie, una maggiore disponibilità di riserve bancarie, ovvero una maggiore offerta, determinerà una riduzione del prezzo delle riserve bancarie che le banche si scambieranno, ovvero una riduzione del tasso d’interesse, che in ogni caso non potrà mai scendere al di sotto del livello di interesse con cui la banca centrale remunera le riserve in eccesso.

Conclusione

L’errore del modello di Krugman è comune a quei modelli economici classici che non descrivono ciò che effettivamente succede nella realtà. Il rischio è quello di rimanere ancorati in maniera pregiudizievole a un modello senza chiedersi se la realtà funzioni allo stesso modo. Purtroppo le decisioni economiche politiche basate su quei modelli possono avere conseguenze realmente disastrose sulla vita delle persone. Pertanto il dibattito attualmente in corso negli USA tra gli esponenti della MMT e gli economisti classici non è un mero esercizio accademico, ma una dialettica preziosa per ripristinare la democrazia.


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