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C’era una volta in Italia, il nuovo film contro l’austerità

C'era una volta in Italia, il nuovo film contro l'austerità

Siamo lieti di contribuire a promuovere il nuovo film-inchiesta di Federico Greco e Mirko Melchiorre C’era un volta in Italia – Giacarta sta arrivando, già registi insieme ad Adriano Cutraro di PIIGS (2017).

Lo smantellamento della sanità pubblica diventa la chiave di lettura per spiegare ancora una volta i crimini delle politiche di austerità e del neoliberismo. Il punto di partenza è questa volta Cariati, paesino della Calabria dove la sanità pubblica, a causa dei tagli e delle privatizzazioni, è ormai un lontano ricordo.

Abbiamo intervistato Federico e Mirko.


PIIGS è stato per tutti noi un film importante e unico. C’è un filo che lega C’era una volta in Italia a quel progetto?

Federico Greco« C’è ed è un filo robusto. Il format è lo stesso; anche C’era un volta in Italia mette in risonanza micro e macro. Una storia piccola e locale diventa universale perché è l’esempio di riflessioni ampie e globali. Inoltre anche in questo caso smascheriamo le strategie del capitalismo neoliberista friedmaniano, il desiderio di “privatizzare il mondo” (come afferma Jean Ziegler nel suo libro omonimo) e denunciamo i crimini delle istituzioni sovranazionali come l’Ue. Stavolta ci spostiamo oltre e ci occupiamo di Washington Consensus, Banca Mondiale, OMS, Agenda Davos… e della guerra, un ottimo pretesto per generare crisi grazie alle quali continuare la predazione economico-finanziaria degli Stati sovrani. Gli ingenui dell’andratuttobene, tra questi anche molti politici, credevano che con la pandemia avremmo imparato che la sanità pubblica è un pilastro fondamentale della democrazia che va rifinanziato e fatto ritornare agli obiettivi per cui era stato eretto. Non abbiamo imparato un cazzo, lasciatemelo dire. La pandemia ha rappresentato un modo ottimo per lasciar morire la sanità pubblica, perché è morta, sì. Un ulteriore filo rosso è dato dalla presenza di Warren Mosler, uno dei protagonisti di “PIIGS”, che qui approfondisce la follia delle politiche dell’austerity. È presente anche Randall Wray, le cui riflessioni si concentrano sulla sovranità monetaria per dimostrare che non vi sarebbe alcuna necessità di tagliare la spesa pubblica sanitaria se non fossimo nell’euro. »

Mirko Melchiorre« A noi piace definire C’era un volta in Italia il secondo capitolo di una possibile trilogia sul neoliberismo. Stiamo infatti pensando di lavorare su un terzo capitolo, questa volta incentrato sul lavoro. Quello che lega questi due lavori è il tentativo, attraverso un’indagine dettagliata ed estremamente accurata, di mostrare come le decisioni prese nelle stanze dei bottoni si ripercuotono sulle nostre vite. Se con PIIGS smascheravamo il vero volto dell’Eurozona e delle sue politiche di austerity, che logorano le vite degli ultimi e delle cooperative che provano quotidianamente ad alleviarne le sofferenze, questa volta abbiamo puntato la lente d’ingrandimento sulla sanità pubblica e sul progressivo annullamento del diritto alla salute a favore degli interessi di Privati e delle multinazionali, sia a livello nazionale che mondiale. »

Nel film appare Roger Waters, membro storico dei Pink Floyd. Come ha accolto il progetto?

Mirko Melchiorre« Parlare con Waters è stato un po’ come riprovare quelle sensazioni di quando bambini ascoltavamo a bocca aperta le fiabe raccontate dai genitori. Lui in un’ora e mezza di intervista, puntuale e ricca di spunti, ha picchiato giù duro contro la Thatcher, Reagan, la scuola di Chicago e Friedman e contro quella narrazione neoliberista che ha sedotto l’Occidente, svuotando gli Stati sovrani e imponendo il proprio modello economico finanziario. Roger Waters ha sposato subito la lotta portata avanti dai ragazzi di Cariati con l’occupazione dell’ospedale; quando gli abbiamo chiesto di fare un appello per loro, non ci ha pensato un secondo. La sua dichiarazione ha fatto il giro dei media nazionali spostando gli equilibri della lotta e ha cambiato il corso degli eventi. »

Federico Greco« Credo che sia stato incuriosito dalle domande inviate. Ha capito che era pane per i suoi denti tanto da dirci all’inizio dell’intervista: “Ragazzi ho letto le domande e vi darò tutte le risposte che chiedete, ma è giusto che sappiate che la CIA ha su di me un faldone alto due metri. Volete andare avanti lo stesso?”. Qualche giorno fa ci ha inviato un’email. È difficile trovare le parole per sintetizzare il suo entusiasmo dopo che ha visto il film. In sintesi si è detto orgoglioso di esserci e ha usato termini come “lacrime di ammirazione”, “geniale”, “sono sopraffatto dall’ammirazione”… »

C’era una volta in Italia vede anche presente Ken Loach, il regista contemporaneo più politicamente impegnato contro il liberismo.

Federico Greco« Ken non ha ancora visto il film. È stato lui a darci il numero di Waters, sono molto amici. Il suo coinvolgimento nasce dal fatto che anche la sanità pubblica inglese, il National Health Service, nato nel 1948, è stato smantellato, dapprima dalla destra di Cameron e ora dal Labour di Keir Starmer. Loach, tra l’altro, qualche tempo fa è stato cacciato dal Labour con l’accusa infamante di antisemitismo, proprio per le sue posizioni considerate estremiste ma che in realtà sono posizioni semplicemente di sinistra. Il Labour è il modello del nostro italiano Partito Democratico, entrambi sono partiti che è davvero impossibile definire di sinistra. »

Mirko Melchiorre« Avevamo già il contatto di Loach perché provammo a coinvolgerlo anche per PIIGS. All’epoca lui era molto impegnato con le riprese del suo film e non riuscimmo a incastrare gli impegni. Ci abbiamo riprovato e fortunatamente tutto è andato a buon fine. Anche Ken Loach è rimasto molto colpito dalla lotta dei ragazzi di Cariati e ha sposato subito il progetto. Il suo intervento è stato prezioso perché ci ha permesso di indagare e approfondire le trasformazioni sociali e i benefici ottenuti in Inghilterra grazie alla nascita del NHS e capire meglio le similitudini con il nostro Servizio Sanitario Nazionale. La sua intervista ha rappresentato un momento di svolta anche per noi. Fare un film indipendente è come fare una corsa ostacoli, devi superare mille difficoltà che a volte sembrano davvero insormontabili. Poi accade che riesci a coinvolgere questi mostri sacri e capisci che il tuo progetto è valido e che sei sulla strada giusta. Ecco, l’intervista a Loach ci ha fatto capire di aver alzato il livello e ci ha dato consapevolezza della potenza del film. Da lì in avanti non ci avrebbe fermato più nessuno”. »

È più difficile oggi parlare di austerità in Italia rispetto a qualche anno fa?

Mirko Melchiorre« Quando facemmo PIIGS ci sentivamo un po’ degli alieni. Parlavamo con produttori e persone del settore per trovare finanziamenti e loro ci guardavano con sguardo vitreo. Era come parlare con degli zombie. Non avevano la benché minima conoscenza di ciò che stava accadendo nel mondo e in Europa soprattutto. Oggi forse c’è più consapevolezza sia nella popolazione sia in chi ricopre ruoli chiave e strategici. Tuttavia è rimasta la stessa identica censura verso questi argomenti da parte del mondo della cultura e del cinema in particolar modo. Quello che rende ancora più complessa la situazione oggi è che, dopo due anni di Covid e dopo la tremenda esperienza del Movimento 5 Stelle, che prima ha cavalcato il malcontento per poi disintegrare la protesta, seppur possiamo dire che la consapevolezza sia aumentata, il fronte della lotta al sistema dominante è sempre più frammentato. Ci si divide tra chi è contro le privatizzazioni e le multinazionali, chi contro gli obblighi vaccinali, chi contro il sistema economico senza rendersi conto che sono tutte sfaccettature di un unico sistema di potere che determina modalità e regole del gioco e si fa beffe di noi. »

Federico Greco« Nonostante si siano sommati argomenti apparentemente più importanti, come la pandemia e la guerra, l’austerità – che è meglio definire come favoletta sull’economia della presunta scarsità – è sempre il tema cardine. Non si muore di pandemia o guerra bensì di austerità: un’aberrazione che ha impedito alla ricerca scientifica di ottenere un vaccino nazionale e proprietario ma soprattutto sicuro e non da vendersi come fosse gomma da masticare, come oggi si vende il latte artificiale al 60% delle madri quando ne avrebbe bisogno solo il 3%, da distribuire velocemente e gratuitamente a chi ne fa richiesta e che ha agevolato nel tempo le privatizzazioni degli asset energetici, cosa che si è rivelata un boomerang in tempo di conflitto. Oggi però, diversamente da 5 anni fa, l’austerità non è più un tema così sensibile. Eppure PIIGS continua a essere richiesto in giro, a volte con noi presenti e a volte proiettato di straforo in giro per l’Italia. »

Una curiosità, il sottotitolo di C’era una volta in Italia è “Giacarta sta arrivando”. Cosa significa?

Mirko Melchiorre« Fa riferimento al massacro avvenuto in Indonesia nel 1965 quando, attraverso un genocidio di massa, la Cia, il governo degli Stati Uniti e i servizi segreti inglesi uccisero tra le 500 mila e i 3 milioni di persone, principalmente simpatizzanti del partito comunista e sostenitori del presidente Sukarno, eletto democraticamente. Il massacro aveva l’obiettivo di spazzare via il più grande partito comunista nel mondo dopo quello sovietico e cinese e imporre le politiche imperialiste americane in modo da permettere alle grandi multinazionali di depredare gli Stati sovrani dei principali asset pubblici. Il metodo, studiato a tavolino dal FBI e dai servizi segreti, ha portato allo sterminio di interi popoli in alcuni Paesi governati da Presidenti progressisti, democratici e comunisti liberamente eletti dal popolo; il golpe del Cile del 1972 ne è un esempio. Proprio a Santiago del Cile, pochi giorni prima dell’assassinio di Allende, sui muri della città comparve la scritta “Giacarta sta arrivando”. Qualche giorno dopo il metodo Giacarta arrivò davvero, spazzando via le speranze di un popolo. Il metodo verrà replicato negli anni successivi, diventando sempre più sofisticato e dando vita a quello che poi verrà chiamato Piano Condor. Ora Giacarta non ha più bisogno di soluzioni sanguinarie e violente per imporre l’agenda globalista e colonialista delle grandi multinazionali e dei poteri finanziari. Agisce per vie istituzionali e colloca i suoi uomini nei ruoli chiave dello Stato. L’Italia con Monti e Draghi e la Francia con Macron ne sono chiari esempi. »

Ringraziamo Federico Greco e Mirko Melchiorre per l’intervista e soprattutto per l’incessante impegno e tenacia. Ricordiamo le prossime date di C’era una volta in Italia:

Roma:

  • LUNEDÌ 12 DICEMBRE, #CINEMA NUOVO OLIMPIA – 21.00
  • MARTEDÌ 13 DICEMBRE, #CINEMA GIULIO CESARE – 21.00

Sempre alla presenza dei registi e del cast.

Martedì 13 sarà ospite anche Michele Santoro insieme a Santo Gioffrè.

* I biglietti, A SOLI 3€, sono acquistabili in prevendita (stra-consigliata) presso i siti web delle sale qui: https://ccroma.18tickets.it/film/10008 *

Il 14 a Bolzano (Cineforum Videodrome) 20.30.

Il 16 a Matera (Cinema Piccolo) 19.30 e 21.30.

Il 19 a Torino (Cinema Nazionale) 21.00.


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