LA PIAGA

Siedono ai tavoli delle commissioni, a Bruxelles come nei parlamenti nazionali. Consolidano i rapporti di forza economici tramite la disoccupazione. Sono killer sociali. Danno la colpa della disoccupazione ai disoccupati e creano una narrazione dell’espiazione per indebolire la nostra giusta voglia di riscatto.

In occidente si è annidata, ha attecchito ed oggi è matura una piaga mortale. Una piaga più pericolosa del terrorismo, del razzismo o delle mafie. Un fenomeno che aggredisce tutti i progressi compiuti dalle democrazie moderne.

Rielaborata da prestigiosi scienziati come Milton Friedman, innestata da politici di grande influenza quali Margaret Thatcher, Augusto Pinochet, François Mitterrand, e sviluppatasi silenziosamente in punti strategici di strutture politiche come il Fondo Monetario Internazionale e l’Unione europea, la piaga, è responsabile del dramma economico e sociale che oggi viviamo.

La piaga di cui stiamo parlando è alla base dell’odierna egemonia culturale: la logica dell’austerità.

Logica che rende i politici che l’abbracciano indifferenti a ciò che li circonda, e seguendo la quale, senza esitazione, continuano ad infliggere la stessa  violenza alle popolazioni. Anche quando essi stessi ne sono consumati.

Personaggi ora manovrati, ora falciati, da soggetti dotati di una spina dorsale d’acciaio, killer sociali, gli stessi  che lasciano insanguinati tavoli ministeriali e commissioni parlamentari al solo scopo di ottenerne il massimo risultato, il massimo consolidamento dei rapporti di forza economici, politici e sociali tramite il mantenimento di elevati livelli di disoccupazione.

 

In mezzo a grande abbondanza
i nostri leader promuovono la privazione.
Ci viene detto che l’assistenza
sanitaria nazionale è insostenibile,
mentre letti d’ospedale sono vuoti.
Ci viene detto che non possiamo
permetterci di assumere più insegnanti,
quando molti insegnanti sono disoccupati.
E ci viene detto che non possiamo
permetterci le mense scolastiche,
quando il cibo in eccesso viene gettato via.

 

WARREN MOSLER

Soft Currency Economics, 1993
Testo chiave della Modern Money Theory

 

La logica dell’austerità è una narrazione contagiosa, secondo cui la colpa della povertà è degli stessi poveri. Persone e popoli inadeguati, indegni del privilegio di poter esprimere appieno le loro capacità, quindi di essere equamente ammessi alla condivisione della ricchezza prodotta.

Inadeguatezza, colpa che può essere espiata dalle nazioni solo con l’astinenza cronica dalla spesa, dall’investimento, dal consumo. Il perdono del dio impersonale e naturale del mercato richiede sacrifici sociali inevitabili.

La piaga rende quindi necessaria la costruzione e la reiterazione di un sistema economico che comprime progressivamente gli spazi per empatia, fiducia, fratellanza e democrazia, promuovendo cronicamente diffidenza, risentimento e angoscia.

La piaga soffoca le forze che guidano il progresso, rende la politica e lo Stato ininfluenti, lasciando campo libero alle oligarchie economiche ed alla loro violenza. In questo quadro, in cui il potere non dipende più dal consenso ma dal peso economico e finanziario detenuto, le oligarchie costruiscono il contesto che esalta la loro stessa egemonia. Tali oligarchie costruiscono la peggiore forma di capitalismo autoritario. Una forma di capitalismo in cui a priori, per lucida scelta macroeconomica, non c’è mai abbastanza posto per tutti, e in cui necessariamente regna la forma di competizione più deleteria, la logica del “mors tua, vita mea”, logica che, tendendo all’eliminazione dell’altro, fa perdere al fenomeno economico qualsiasi relazione con l’interesse generale. Si configura così una società della discriminazione sulla base dell’efficienza, una società che dà spazio solo a chi può vantare la dotazione o il posizionamento sociale migliore, negando agli altri, a priori, l’accesso a una vita piena. Discriminazione non meno deleteria di quelle fatte in base alle idee, alla “razza”, al genere.

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