L'Editoriale

Calo del PIL? Certo, se hai il pilota automatico austerità

Calo del PIL? Certo, se hai il pilota automatico austerità

Venduta all’esterno come un successo strappato alla Commissione europea, il deficit del 2,04% indicato dal Governo non sarà capace di garantire crescita all’Italia, e non potrà che alimentare il calo del PIL in piena continuità con le precedenti manovre all’insegna dell’austerità.

Le cose stanno andando esattamente nella direzione in cui dovevano andare: avere ogni anno un avanzo primario di bilancio e una spesa in deficit determinata dalle sole spese per interessi, equivale a trasferire risorse finanziarie da chi può spendere nell’economia reale a chi è interessato alle attività finanziarie. Le risorse che le persone userebbero per comprare prodotti reali vengono così impiegate per comprare prodotti finanziari. È un’operazione che ha una conseguenza nell’economia reale: si chiudono le linee di produzione e si licenziano i lavoratori. I loro mancati salari causano poi un’ulteriore riduzione dei consumi.

Non possiamo dirci sorpresi per i dati Istat degli ultimi giorni: calo del fatturato dell’industria, calo della domanda interna e della domanda estera sottoposta agli stessi effetti delle politiche di austerità; deflazione salariale, minor capacità di spesa dei salari e quindi riduzione della domanda aggregata.

I giornali allarmano i lettori per un possibile aumento del deficit al 2,4%, rispetto al 2,04% stimato, come conseguenza dell’abbassamento del PIL. È una semplice questione di relazione matematica: nel rapporto deficit/PIL, se diminuisce il PIL a denominatore, a parità di deficit il rapporto aumenta passando da 2,04% a 2,4% senza aver speso un euro in più.

In tanti chiedono una manovra-bis al fine di “scongiurare il pericolo” dei conti pubblici “che saltano” e la relativa isteria dei mercati. Ma aggiungere austerità all’austerità peggiorerebbe il già cattivo circolo vizioso in cui siamo inseriti.

Una manovra correttiva va fatta, ma in senso opposto. Il Governo è davanti all’ultima possibilità di invertire la direzione portando avanti una nuova finanziaria anti-ciclica contro il modello deflazionistico imposto da Bruxelles. Va aumentata la spesa pubblica, vanno sostenuti i consumi, vanno fatti investimenti, va creato lavoro.

Temiamo invece che si sceglierà di restare avviluppati nel circolo vizioso, con un’ulteriore contrazione della spesa pubblica e/o un aumento della tassazione. Temiamo che si andrà avanti con il pilota automatico.


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