Il Commento

Warren Mosler commenta Y. Varoufakis, secondo cui “L’euro-exit greca sarebbe una catastrofe”

Commenti di Warren Mosler al testo del nuovo ministro delle finanze greco evidenziati in neretto.

(la Redazione)


Mark Weisbrot ha sostenuto, per diverso tempo, che la Grecia deve cercare di emulare l’Argentina; vale a dire, fare default sui suoi debiti, non come strategia di contrattazione che ottenga un New Deal all’interno della zona euro, ma, piuttosto, in un contesto di uscita completa dalla zona euro e avvio di un percorso autonomo. Recentemente, Paul Krugman ha appoggiato questa posizione (vedi qui e qui). Penso che siano profondamente in errore.

Ci sono due argomenti contro la raccomandazione che la Grecia e l’Argentina siano abbastanza simili per giustificare un percorso argentino per la Grecia. Ci sono quelli, come gli irriducibili del Cato Institute e del FMI, che non hanno mai perdonato l’Argentina per il fatto che sia sfuggita con successo alle grinfie della velenosa austerity (e svalutazione interna) che il FMI aveva imposto al paese in modo da sacrificare la prosperità di un intero popolo in nome dell’interesse di creditori, rentier e speculatori assortiti che avevano invaso il paese con i dollari (durante l’era del currency board). Credetemi quando dico che io non sono uno di loro. Anzi, rendo onore al popolo argentino per aver rovesciato un regime, e più di un governo, che cercavano disperatamente di sacrificare un popolo orgoglioso sull’altare dell’austerità guidata dal FMI. No, il mio criticismo verso l’idea che la Grecia possa “interpretare” un’Argentina di oggi deriva dal punto di vista che le circostanze la Grecia si trova ad affrontare oggi sono veramente diverse da quelle dell’Argentina dieci anni fa.

Le differenze tra i due casi, che rendono ridondante l’analogia, sono tre:

1a differenza: il potenziale delle esportazioni nell’agire come ammortizzatori degli shock

[WM] Ammortizzatori degli shock per cosa? L’idea è sostenere la domanda aggregata a livello di piena occupazione con la politica fiscale.

Weisbrot e Krugman sottolineano, correttamente, che al culmine della crisi argentina, le sue esportazioni (come percentuale del PIL) non erano molto diverse da quelle della Grecia. Sulla base di questo argomento, respingono l’idea che l’Argentina sia riuscita a recuperare dopo il suo default-svalutazione per mezzo di una crescita trainata dalle esportazioni.

Mentre è piuttosto veritiero che la performance dell’export dell’ Argentina nel 2001 non fosse affatto migliore rispetto alla Grecia d’oggi, è fondamentale notare che l’export potenziale nel 2001 era di gran lunga superiore a quello della Grecia nel 2012. Con export potenziale intendo il grado di sottoutilizzo di risorse produttive il cui impiego può, potenzialmente, produrre beni e servizi per i quali esiste una domanda effettiva. Nel 2001, le aziende agricole d’Argentina si trovavano miseramente a sottoprodurre beni primari che all’epoca vedevano la loro domanda andare alle stelle. In netto contrasto, risorse produttive inattive in Grecia non possono produrre molto per [settori in, ndt] cui esista una domanda in crescita.

Prendete per esempio trasporti e turismo, menzionati da Paul Krugman come due fonti potenziali di crescita delle esportazioni greche: entrambi sono in rapido declino! Inoltre, mentre nel caso dell’Argentina, il suo vicino di casa (Brasile) stava entrando in un periodo di rapida crescita, i vicini della Grecia non stanno mostrando tali segni di vitalità. Infatti, anche i nostri partner commerciali tradizionali sono colpiti dalla recessione (contraendo la domanda di turismo greco) mentre i paesi extra-UE (come la Russia) non possono, e non vorranno, bilanciare la differenza in qualche misura apprezzabile.

[WM] Ciò non significa che il PIL si ridurrà dal momento che può sempre essere sostenuto dalla domanda interna tramite un’adeguata politica fiscale.

Infine, su questa nota, Weisbrot e il suo co-autore Juan Antonio Montesino sostengono che la crescita dell’Argentina non fu trainata dall’export, considerando che solo il 12% della sua crescita del PIL per il periodo 2002-8 può essere contabilizzato sotto la voce esportazioni. Con tutto il rispetto, temo che una tale dichiarazione non possa essere fatta con facilità. Perché è impossibile separare nettamente gli effetti sul PIL delle esportazioni dagli effetti di una domanda aggregata interna quando prendiamo in considerazione il fatto che la domanda interna si basa interamente sugli “spiriti animali” (cioè sulle aspettative ottimistiche) degli investitori in beni destinati consumo locale.

[WM] Non è vero, gli aggiustamenti fiscali possono sempre sostenere la domanda interna ai livelli piena occupazione.

In parole povere, l’emergere di una forte domanda cinese di soia argentino, manzo, etc, in concomitanza con la crescita del vicino Brasile, ha avuto un forte impatto sulla disponibilità di investitori argentini a investire in attività che hanno generato anche la domanda interna. In breve, tale 12% stimato da Weisbrot è semplicemente una sottostima colossale.

[WM] Sostenere la domanda interna non richiede detti ‘investitori’.

Anche se il resto del mondo scomparisse per intero la Grecia potrebbe ancora facilmente sostenere la domanda aggregata a livello di piena occupazione tramite un’adeguata politica fiscale.

2a differenza: la Grecia non ha valuta in cambio fisso con l’euro. Ha l’euro!

[WM] Sì, questo è una differenza, ma non è per niente un ostacolo.

Analisti come Krugman, Weisbrot e Rubini ribadiscono che la Grecia potrebbe beneficiare enormemente da una svalutazione della sua moneta.

[WM] Un grosso taglio ai salari reali derivante dal deprezzamento della valuta come può essere considerato un guadagno dai progressisti? Piuttosto, beneficia gli esportatori nella misura in cui riduce il tenore di vita reale di quelli che lavorano per vivere.

Di certo lo sarebbe. L’Argentina, infatti, fornisce un brillante esempio di come una svalutazione massiccia può aiutare un paese a sfuggire a una fase del ciclo di debito-deflazione.

[WM] Piuttosto è molto più progressista utilizzare un aggiustamento fiscale.

Come, del resto, fa l’Islanda. Tuttavia, ciò che stanno trascurando è che una cosa è rompere un ancoraggio di cambio fisso che collega la tua valuta ad un’ altra valuta forte (come nel caso dell’Argentina), o svalutare la tua valuta in regime di cambio fluttuante (come ha fatto l’Islanda), e cosa piuttosto differente è non avere valuta ma doverne creare una da zero.

Nel caso dell’Argentina il peso esisteva. Tutto ciò che servì per svalutarlo fu annunciare che il cambio fisso 1: 1 con il dollaro era finito. Improvvisamente tutti i redditi e tutti i risparmi sono stati svalutati della stessa percentuale. Notte. Fine della storia. Non fu piacevole ma poté esser fatto.

[WM] Vero, e i redditi reali rispetto alle importazioni caddero del 70%, a vantaggio degli esportatori.

Nel caso della Grecia semplicemente non può accadere. E questo fa un mondo di differenza. Perché? Per due ragioni importanti. In primo luogo, a causa del ritardo devastante nell’introdurre una nuova valuta.

[WM] Non necessariamente.

In secondo luogo, a causa di quella che io chiamo la biforcazione tra lo stock dei risparmi e il flusso dei redditi. Ma lasciatemi affrontare questi punti uno alla volta.

Il ritardo: colleghi della Bank of Greece mi dicono che ci vorranno mesi prima che gli sportelli automatici siano provvisti di nuove dracme una volta che ottengano il via libera per stamparli. Anche se occorressero settimane, un’economia non può rimanere non-monetizzata per così tanto tempo, soprattutto quando già nella rete di una profonda crisi, senza grandi disordini civili e un effetto quasi mortale sull’attività economica.

[WM] Primo, depositi bancari in dracme, carte di credito e debito, e assegni possono essere disponibili quasi immediatamente.

Secondo, l’euro può essere usato per scambi liquidi fino a che vengano create banconote e monete, agevolato dalla politica del governo come segue:

Se il governo della Grecia inizia a tassare e spendere in dracma usando le stesse quantità nozionali come se lo facesse con l’euro, ed il governo non forza la conversione di depositi bancari in euro c’è improvvisamente ampia carenza di dracme. Questo sarà reso evidente dagli operatori che cercano di vendere euro e acquistare dracme, e il governo può soddisfare [la richiesta, ndt] vendendo dracme in cambio di euro su base di uno ad uno. Ciò mantiene stabile la dracma a quel tasso e facilita l’utilizzo del contante in euro fino a che non siano disponibili dracme in banconote e monete. Contemporaneamente il governo sta accumulando euro che gli permettono di soddisfare le sue residuali obbligazioni in euro come desiderato.

Biforcazione: Anche ignorando gli effetti paralizzanti del ritardo, non dobbiamo dimenticare che la crisi in corso ha portato i risparmiatori greci a ritirare gran quantità di loro risparmi dalle banche greche e inoltre a spostarli offshore (Londra, Ginevra, Francoforte) o ficcarli nei materassi, o nasconderli nei congelatori (in ‘mattoni’ di banconote da 500). Ciò significa che, dal momento in cui addiveniamo a un’uscita dall’euro, lo stock dei risparmio sarà in euro e il flusso dei redditi e delle pensioni (una volta riaperte le banche) sarà in dracme.

[WM] Da non dimenticare che le tasse correnti saranno pagabili in dracme, e la Grecia sta attualmente avendo un avanzo primario, che significa che ci sarà una grave carenza di dracme nell’economia e un forte desiderio di vendere euro per acquistare dracme.

Quindi, a differenza dell’Argentina, un’euro-exit greca porrà un cuneo tra stock e flussi, risparmi e redditi; con i primi rivaluti massicciamente rispetto ai secondi.

[WM] Eccetto il contro effetto delle passività fiscali [tasse] denominate in dracme che avranno come esito l’effetto opposto – apprezzamento della valuta se lasciata senza controllo.

Inoltre, la stessa disponibilità di tali grandi quantità di risparmi in valuta ‘forte’, nelle mani del Dimitri e Kiki medio per la strada, farà sì che il calo di valore della nuova dracma sarà improvviso (cosa che non è accaduta in Argentina dal momento che anche la maggior parte del risparmio era in pesos).

[WM] No, la diffusa esigenza di dracme avrà come conseguenza che Kiki e Dimitri venderanno gli euro per ottenere le dracme loro necessarie.

In breve, anche se trascuriamo la devastazione causata dal ritardo nell’introduzione della nuova valuta (qualcosa di cui l’Argentina non ha dovuto preoccuparsi), la nuova valuta sarà deprezzata assolutamente così rapidamente a causa di questa biforcazione, portando all’iperinflazione e alla perdita della maggior parte dei guadagni competitivi che potremmo aver sperato dalla svalutazione.

[WM] Non sono d’accordo!!!

3a differenza: la Grecia è perfettamente in grado di avvelenare l’acqua in cui sta nuotando (Europa)

Quando l’Argentina fece default e ruppe il regime di cambio fisso, gli effetti negativi sui suoi partner commerciali (Cina, Brasile, etc), nonché sul più ampio contesto macro-economico in cui stava operando, furono trascurabili. Se la Grecia lascia l’euro, ad ogni modo, i risultati si riveleranno certamente catastrofici per la nostra ‘ecologia economica’, e in un circolo senza fine di feedback negativi, avvilupperanno la nostra nazione

[WM] Non se [la Grecia] capisce come sostenere la domanda interna tramite la politica fiscale, e di certo usa un piano di lavoro garantito per una superiore stabilità dei prezzi.

Per cominciare, la Grecia deve uscire non solo dall’Eurozona, ma anche dall’Unione europea. Questo è non negoziabile ed inevitabile. Infatti, se lo Stato greco intende effettivamente confiscare i pochi euro che un cittadino ha nel suo conto in banca e trasformarli in dracme di minor valore, lei [l’UE] potrà trascinare il Governo Greco di fronte alla Corte europea e vincere chiaramente la causa.

[WM] Come discusso in precedenza, è fondamentale non forzare la conversione dei depositi bancari euro per garantire una dracma forte al principio.

Inoltre, lo Stato greco dovrà introdurre controlli alle frontiere e di capitale per impedire l’esportazione dei risparmi in euro dei suoi cittadini.

[WM] Perché il Governo dovrebbe interessarsi del fatto che i suoi cittadini tengano gli euro in banche greche o in banche fuori dalla Grecia?

Così, la Grecia dovrà uscire dall’Unione europea.

[WM] Forse, ma non per questi motivi.

Mettendo da parte le conseguenze nazionali rispetto alla perdita dei sussidi agricoli, fondi strutturali e, eventualmente, del commercio (in seguito alla possibile introduzione di barriere doganali tra la Grecia e l’UE), anche gli effetti sul resto dell’Eurozona saranno catastrofici. La Spagna, già in un buco nero, vedrà il suo PIL ridursi di oltre il tasso record corrente deflazionistico della Grecia, gli spread dei tassi di interesse tenderanno al 20% in Irlanda e in Italia

[WM] Non se la BCE sostiene la sua politica del “fare quello che serve per evitare default”

e, in poco tempo, la Germania deciderà di chiamarsi fuori (all’unisono con altri paesi in surplus). Questa catena di eventi provocherà una amara recessione nei paesi in surplus raccolti intorno Germania, la cui valuta si rafforzerà fino a bucare il soffitto, mentre il resto d’Europa sprofonderà nel pantano della stagflazione.

[WM] Non vedo questo come progressione logica

Quanto saranno buoni questi sviluppi per la Grecia? Ti dico, caro lettore, che la risposta è: non saranno affatto buoni!

[WM] E, nemmeno, è una logica conseguenza.

In breve, laddove la strategia default-svalutazione di Argentina e l’Islanda non ha avuto effetti negativi per il contesto globale in cui dovevano esistere dopo la loro mossa audace, un’euro-exit greca sarà come avvelenare la piscina in cui dobbiamo nuotare.

[WM] Io non la vedo in questo modo se fatto secondo le mie proposte.

Epilogo

Questo significa che la Grecia deve sorridere e sopportare l’idiozia massiccia e misantropa del pacchetto di salvataggio/austerità imposta su di essa dalla troika (UE-BCE-FMI)? Ovviamente no. Dovremmo certamente fare default. Ma all’interno dell’Eurozona. (Vedi qui per questo argomento.) E utilizzare la nostra disponibilità al default come strategia negoziale tramite cui realizzare un New Deal per l’Europa (in un modo che ho scritto qui).

[WM] Questa strategia non discende dalla precedente analisi

L’austerità UE è stata un crimine di proporzioni epiche contro l’umanità e, sfortunatamente la Grecia potrebbe non avere le conoscenze necessarie per rovesciarlo.

 

Traduzione a cura di Daniele Basciu


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