L'Editoriale

Stato, se tagli la spesa uccidi

La forsennata rincorsa al pareggio di bilancio comporta imponenti tagli alla spesa pubblica, anche a quella sanitaria. Conseguentemente accade che il livello delle prestazioni si riduce e con esso addirittura anche il numero di posti letto.

A Catania una neonata nasce con problemi respiratori in una clinica privata. Viene rifiutata, sembrerebbe per carenza di posti, da tre strutture ospedaliere pubbliche e nel tragitto che dovrebbe condurla a Ragusa perde la vita.

Le istituzioni gridano allo scandalo, si aprono procedimenti penali, amministrativi e disciplinari, il Presidente della Repubblica esprime incredulità.

Le indagini sono ancora in corso e al momento non è possibile stabilire eventuali specifiche responsabilità (a questo servono appunto i processi) ma il tragico episodio non può non destare una profonda indignazione soprattutto se si considera che potrebbe essere diretta conseguenza dei tagli alla spesa.

Vincenzo Di Benedetto, Primario dell’Utin del policlinico Universitario di Catania afferma

Questo è soltanto un boomerang dei tagli sconsiderati alla sanità regionale. Non si può pensare che a Catania nascono 12mila bambini l’anno e abbiamo, fra tutti gli ospedali, soltanto 38 posti di terapia intensiva.

Le indagini individueranno eventuali responsabilità individuali ma va ricordato che i tagli alla spesa sanitaria creano quel contesto che moltiplica la probabilità delle tragedie.

Ci domandiamo se questa tragedia riuscirà a far riflettere quelle medesime alte istituzioni che oggi si costernano ed esprimono incredulità. Lo stesso Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e già giudice della Corte Costituzionale, troverà la forza di rilevare la palese incostituzionalità di quei trattati europei che, comprimendo eccessivamente la spesa dei Governi, di fatto ledono i diritti fondamentali della persona, dal diritto al lavoro a quello alla salute e alla vita?


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