L'Editoriale

Saw (voglio fare un gioco con te)

Oggi è necessario scrivere due parole su Cottarelli, che è l’ex direttore affari fiscali del FMI ora incaricato dal Governo Letta di preparare i tagli alla spesa pubblica. Sulle testate web non ne parlano tanto, ha due righe di spazio sulla home di Repubblica e sulla home di Corriere.it non compare proprio, la sensazione è che “loro” preferiscano mantenere un basso profilo, per poter procedere senza intoppi. Tutt’al più decidono loro se e come apparire nei media, ora inizieranno a fare le cose sul serio, siamo alla resa dei conti finale. Questo Cottarelli ovviamente non è un improvvisato come gli altri che ci son stati prima di lui, è un professionista.

Quando era ancora nel FMI dava dei numeri soft; ad Aprile ad esempio diceva che l’Italia non avrebbe avuto bisogno di manovre correttive, perché aveva un deficit del 2.6% rispetto al PIL, per cui era “fuori pericolo”. Queste sono le cose che dicono quando vanno a Ballarò, per tranquillizzare i gonzi. In realtà nel 2013 il deficit dell’Italia è del 3% sul PIL, come era prevedibile sarebbe stato perché si tratta di un rapporto deficit/PIL, per cui se il PIL si disintegra (come sta accadendo in Italia) il rapporto deficit/PIL aumenta anche se il deficit come valori assoluti per ipotesi resta invariato. Quindi Cottarelli ad Aprile dichiara che è tutto ok per l’Italia, ma dopo sette mesi lo trovi incaricato della spending review, con Saccomanni che dichiara un obiettivo di circa 15-30 miliardi di tagli alla spesa in tre anni.

Così alla fine della fiera il Governo: 1. ha appena avviato il pagamento di circa 15 miliardi di arretrati ai fornitori della P.A., 2. non ha ancora liquidato tutti questi pagamenti fino ad ora congelati ma progetta via spending review un taglio di 30 miliardi di spesa su tre anni. Cioè con una mano spendono 15 miliardi (erano già spesi, ma non ancora versati, in realtà, e in buona parte sono ancora da versare), e con l’altra mano ne taglieranno 30, per cui il risultato finale sarà che le cose saranno un po’peggio di come sono ora, ovvero un po’ peggio di un disastro. Ma perché Cottarelli è un fuoriclasse, e non è uno come quelli che c’erano prima di lui? Ha già spiegato che occorre creare un “clima di sostegno alla spending review”, e così giovedì sera era in TV su La7 ad illustrare come funzionerà il meccanismo.

Diceva che non sarà lui a scegliere, ma saranno le P.A. che devono subire i tagli a decidere cosa tagliare: sanità, istruzione, welfare. È un sistema rivoluzionario che ricorda molto Saw, quel film horror del 2004: il protagonista legava un piede delle vittime predestinate con una catena, e gli lasciava una sega a disposizione. Per liberarsi e non essere uccise, le vittime dovevano tagliarsi da sole il piede con la sega. Prima di iniziare, Saw spiegava tutto alle sue vittime: “Ciao, voglio fare un gioco con te, tu non mi conosci, ma io ti conosco“. La sensazione, fino a che vedi solo un signore distinto che parla con Lilli Gruber, è che in fondo il gioco “non tocchi a te”. In realtà prima o poi arriverà anche il momento in cui “tocca anche a te”, e allora non sarai più spettatore, ma sarai dentro il film. La serie di Saw è andata avanti per sette anni, qui siamo solo al trailer, ancora.


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