Approfondimento

Può la Russia imparare dalle sorti del Brasile?

Può la Russia imparare dalle sorti del Brasile?

Di recente, William Engdahl ha spiegato il modo in cui Washington ha usato la corrotta élite brasiliana – che [proprio] a Washington rende conto – al fine di rimuovere il Presidente legittimamente eletto, Dilma Rousseff, per aver rappresentato il popolo brasiliano invece degli interessi di Washington. Incapaci di non farsi ingannare dalla propaganda di accuse infondate, i Brasiliani hanno acconsentito alla rimozione del loro protettore, dando così al mondo un altro esempio dell’impotenza della democrazia.

Tutti dovrebbero leggere l’articolo di Engdahl. Riporta che una parte dell’attacco contro Rousseff ha avuto origine dai problemi economici del Brasile, creati deliberatamente dalle agenzie di rating creditizio statunitensi come parte dell’attacco di Washington volto a declassare il debito brasiliano e ad innescare un attacco [speculativo] alla valuta brasiliana.

L’apertura finanziaria del Brasile ha reso il Paese stesso un bersaglio facile da attaccare. Si dovrebbe sperare che Vladimir Putin prenda nota di quale sia il costo dell'”apertura economica” [1]. Putin è un leader accorto e riflessivo per la Russia, ma non è un economista. Ha fiducia nella neoliberista Elvira Nabiulina, la scelta di Washington per la dirigenza della banca centrale russa. Nabiulina non conosce la Teoria Monetaria Moderna e il suo impegno all'”apertura economica” lascia l’economia russa esposta alla destabilizzazione di Washington quanto quella brasiliana. Nabiulina crede che l’attacco al rublo sia dovuto a “forze impersonali del mercato globale”, non all’influenza finanziaria di Washington.

Nabiulina, indottrinata e propagandata neoliberista, è sostanzialmente una serva di Washington, inconsapevole del suo ruolo di “utile idiota”. Si delizia dell’applauso che riceve dal Washington Consensus [2], per il fatto di lasciare l’economia russa esposta alla manipolazione di Washington. Essendo una neoliberista, non comprende che la banca centrale russa può creare a costo zero la moneta con cui finanziare progetti produttivi in Russia. Al contrario, pensa che la moneta introdotta nell’economia dalla banca centrale porti inflazione mentre quella che proviene da fonti estere no.

La moneta è moneta, a prescindere che sia messa a disposizione dalla banca centrale o da creditori esteri. Finché la moneta, qualunque sia la sua fonte, viene usata produttivamente, non è inflazionistica.

C’è una differenza enorme tra la moneta creata dalla banca centrale e quella creata da creditori esteri. La moneta prestata da banche estere sotto forma di dollari statunitensi o di euro deve essere ripagata con gli interessi al cambio estero al quale è stata prestata. La moneta creata dalla banca centrale per finanziare progetti di infrastrutture pubbliche [invece] non deve essere ripagata affatto, ancor meno con interessi e con valuta estera ottenuta attraverso le esportazioni.

I fondi acquisiti grazie ai prestiti esteri sono molto rischiosi. Possono essere ritirati, facendo collassare il rublo scambiato sul libero mercato. L’interesse da pagare determina l’esaurimento delle riserve russe di valuta estera. I prestiti esteri determinano anche un rischio di cambio, che cresce con le sanzioni economiche. Se il rublo perde valore o viene svalutato da un attacco [speculativo] orchestrato, il costo del prestito estero denominato in rubli può aumentare drammaticamente.

Questi rischi e questi costi non ci sono quando è la banca centrale ad emettere la moneta. La funzione appropriata della banca centrale russa è quella di creare la moneta con cui finanziare progetti pubblici e di essere prestatore di ultima istanza per le compagnie private russe che non riescono ad ottenere fondi dalle banche russe. Questa funzione della banca centrale protegge l’economia russa da destabilizzazioni orchestrate.

Sfortunatamente per la Russia, Nabiulina ed il primo ministro Dmitry Medvedev ritengono che sia preferibile che il debito russo venga finanziato da stranieri ostili piuttosto che da moneta creata dalla propria banca centrale. Glazyev è l’unico consigliere di Putin a comprendere la questione. Sospettiamo che gli Integrazionisti Atlantici [3] perseguano un obiettivo all’insaputa di Glazyev, poiché sperano di integrare la Russia con l’Occidente, noncuranti dei costi per la Russia. Questi “fedeli dell’America” russi sono il problema più grande della Russia.

Per Washington, l’austerità neoliberista consiste “solo nell’esportare” nei Paesi che Washington ha intenzione di trasformare in colonie finanziarie dipendenti. Assecondando l’obiettivo di Washington, Nabiulina partecipa ad una farsa. I dollari e gli euro presi in prestito dall’estero non sono moneta destinata ai debitori russi. La valuta estera presa in prestito è detenuta dalla banca centrale. Poi Nabiulina crea i rubli per finanziare i progetti. Non c’è alcun senso nel prendere in prestito valuta estera a garanzia del [valore dei] rubli creati a livello nazionale. A prescindere dal fatto che la Russia prenda in prestito dall’estero, la banca centrale deve [comunque] creare rubli con i quali finanziare i progetti. Quindi non c’è alcun senso nei prestiti esteri. Un Governo russo che non è in grado di capire questo si trova in un grosso guaio.

Paul Craig RobertsMichael Hudson

 

Note del Traduttore

1.^  L’espressione “economic openess”, in questo contesto, fa riferimento alla propensione del Paese ad indebitarsi in valuta estera

2.^ Washington Consensus è l’espressione coniata nel 1989 dall’economista J. Williamson per indicare l’insieme del paradigma di sviluppo imposto dalle istituzioni di Bretton Woods ai Paesi debitori, che prevede l’adozione delle seguenti riforme: stabilizzazione macroeconomica, liberalizzazione (dei commerci, degli investimenti e finanziaria), privatizzazione e deregolamentazione; fonte: Treccani.it

3.^ Per atlantismo si intende la visione per cui è importante lo sforzo cooperativo tra l’Europa occidentale e le nazioni del Nord America in tema di economia, politica e difesa militare, con lo scopo di mantenere sicure le nazioni in questione e proteggere valori quali libertà individuale, democrazia e stato di diritto; fonte: Wikipedia.org

 

Originale pubblicato il 28 settembre 2016

Traduzione a cura di Luca Giancristofaro, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo


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