La delusione calcistica è notevole, soprattutto considerando la grande rivalità con l’avversario di sempre, la Germania. Ma è pur sempre solo una partita, che però può insegnarci molto e farci riflettere.
Perché la resistenza sportiva che abbiamo valorosamente opposto ai tedeschi non viene manifestata anche politicamente e, quindi, in ambiti molto più decisivi per le sorti del nostro Paese? Quanto servirebbe un Premier con lo spirito di Antonio Conte, un Ministro dell’Economia lucido e impeccabile come Chiellini ed una schiera di altri ministri tenaci e combattenti come De Sciglio, Bonucci, Parolo e così via? Con queste caratteristiche una squadra di governo avrebbe consentito alla Germania di imporci i vincoli di bilancio? Di sforare i vincoli sui surplus commerciali? Di obbligarci a contribuire al salvataggio della Grecia per, in realtà, soccorrere le sovraesposte banche tedesche? Non credo proprio, e molto altro ancora si potrebbe aggiungere.
L’orgoglio nazionale che gli azzurri del calcio hanno fatto rivivere in noi verrà presto nuovamente soppiantato dalla solita tracotanza politica tedesca, alla quale i nostri governanti continueranno a non opporre resistenza, e gli effetti, ahimè, continueranno ad essere molto più devastanti dell’aver perso un quarto di finale ai Campionati europei di calcio.
