La Teoria

MMP Blog #30: Cos’è la Teoria della Moneta Moderna?

MMP Blog #30: Cos'è la Teoria della Moneta Moderna?

Buon Anno nuovo a tutti. Siamo (credo) appena oltre la metà del nostro Modern Money Primer. Dovremmo essere in grado di concluderlo entro la prossima estate.

Ok, vi potreste domandare: non è un momento strano, questo, per porsi la domanda “cos’è la Teoria della Moneta Moderna”? Si, per certi importanti versi, lo è. Tuttavia, la scorsa settimana ci sono stati alcuni stralci davvero straordinari sui media popolari che strombazzavano la MMT.

La rivista The Economist si è distinta per un articolo importante: Heterodox economics, Marginal revolutionaries: The crisis and the blogosphere have opened mainstream economics up to new attack 1. Dei tre approcci eterodossi di cui discuteva, uno era quello “neo-cartalista” o della “Teoria della Moneta Moderna”. Nell’articolo comparivano sia Warren Mosler, sia la UMKC 2; anzi, ci sono due caricature di Warren a decorare il pezzo.

In più John Carney, alla CNBC, ha pubblicato una serie di pezzi in cui si discute la MMT. Questo è particolarmente positivo: MMT, NGDP, And Austrian Economics: Alphabet Noodling! E qui c’è un link al suo precedente articolo.

Inoltre, i dibattiti sulla MMT continuano nella blogsfera, anche sul blog di Cullen Roche: THE FUNDAMENTAL DIFFERENCE BETWEEN AUSTRIANS AND MMT’ERS 3. Ed un pezzo veramente eccellente sul blog di Bill Mitchell. Il post di Bill ha provocato un po’ di baruffa su cosa sia effettivamente la MMT — con Cullen che sostiene che il Lavoro Garantito non può esserne una componente, e Bill che insiste che invece deve esserlo. Warren si è schierato dalla parte di Bill, scrivendo anche commenti molto persuasivi in cui sostiene la necessità dell’àncora dei prezzi.

In questo Primer alla fine arriveremo sicuramente al Lavoro Garantito, quindi non voglio discuterne oggi. Ma le affermazioni fatte da Cullen hanno sollevato due domande: cosa rientra nella sfera della MMT? E da dove viene il nome “Modern Money Theory”? La stessa domanda, per la verità, venne posta a Stephanie Kelton, che fece qualche ricerca. Di certo, non ne siamo sicuri.

Ho intitolato il mio libro del 1998 “Understanding Modern Money” 4. Quando lo stavo stendendo, il libro aveva un titolo provvisorio molto più noioso, e chiesi a Mat Forstater e a Warren di aiutarmi a pensare a un qualcosa di più accattivante. Tirammo fuori molte idee, e le scartammo tutte. Nel manoscritto avevo inserito la citazione di Keynes che amo, secondo cui lo Stato definisce la Moneta di conto e sceglie cosa può rispondere a quel nome, lo ha fatto “per quattromila anni, almeno”. Scelsi quindi di usare il termine “Moneta moderna” solo per indicare i sistemi monetari che sono esistiti negli ultimi “quattromila anni, almeno”. Non possiamo sapere con certezza quale potesse essere il tipo di Moneta esistente prima di allora. Ma da 4000 anni, almeno, abbiamo la Moneta di Stato — cioè la Moneta Moderna. Da qui viene il titolo del libro.

Nei primi anni, io tendevo a definire il nostro approccio l’approccio della Moneta di Stato; forse ho anche usato il termine Cartalista. Esso derivava dal lavoro di Knapp, che fu seguito da Keynes nel suo Trattato sulla Moneta (1930). Solitamente esso è stato male interpretato, dando seguito a Schumpeter, come l’approccio della “legge di corso legale” — una posizione chiaramente rifiutata da Knapp e da Keynes. Sia Keynes sia Schumpeter sapevano che ci doveva essere qualcosa che andava oltre il corso legale. Ma questa è materia per un’altra occasione.

In seguito, il nostro approccio fu definito “neo-Cartalista” — [termine] che, penso, dovesse avere un’accezione spregiativa. Dopo che molti di noi si trasferirono alla UMKC, lo si iniziò a chiamare “l’approccio di Kansas City”. Ovviamente questa definizione era fuorviante, perché il nostro centro [studi] associato era a Newcastle, diretto da Bill Mitchell, e ignorava anche il lavoro di Charles Goodhart nel Regno Unito; a quel tempo erano già molte le altre persone al lavoro sul [nostro] approccio, nel Paese e persino nel resto del mondo.

In ogni caso, in qualche modo gli è stato dato il nome di Modern Money Theory. Pensiamo che la prima volta che sono state usate quelle esatte parole fu in un commento al blog di Bill, nel 2007; se qualcuno riesce a trovare quel commento o un uso precedente, per favore, ce lo faccia avere. Sembra anche che Bill usò il termine “modern monetary theory” in un paper accademico nel 2008.

Ho deciso di ridare un’occhiata ai miei PowerPoint per vedere come si sono evolute le mie presentazioni dell’approccio. Per favore, siate clementi — dare uno sguardo a quelle prime presentazioni fa un po’ male. Ma ricordate che i PowerPoint erano una tecnologia nuova nel 2005! E ancora non rappresento alcuna minaccia per Steve Keen.

Ho intitolato la prima THE CREDIT MONEY, STATE MONEY, AND ENDOGENOUS MONEY APPROACHES 5, da una serie di lezioni che tenni per un breve corso all’UNAM 6 a Mexico City, nel maggio 2005.

 

Come annotato sulla prima slide, lo scopo principale della lezione era di “delineare i collegamenti tra gli approcci della Moneta di Stato, della Moneta-Credito e della Moneta Endogena, dopo aver discusso la natura della Moneta tramite un’analisi storica e sociologica”. “L’approccio del credito fa risalire l’origine della Moneta alle relazioni di debito e credito…”. D’altra parte, l’approccio della Moneta di Stato

“Evidenzia il ruolo giocato dalle ‘autorità’ sulle origini e sull’evoluzione della Moneta. Lo Stato impone una tassa nella forma di un’unità di conto — una Moneta — usata da tutti, sociale, e per misurare l’obbligazione [imposta]. Una volta che le autorità possono imporre tali obbligazioni, esse possono scegliere cosa permette di adempiere tali obbligazioni indicando quali sono le cose che possono essere consegnate [per farlo] o, in altre parole, dando loro un prezzo”.

E, infine, l’approccio della Moneta Endogena si compone di quattro elementi principali.

  1. La Moneta è “endogena”: i prestiti creano i depositi, che sono Moneta-Credito.
  2. Le Riserve sono “orizzontali”, non discrezionali.
  3. Il tasso d’interesse interbancario overnight è stabilito “esogenamente” dalla politica [monetaria].
  4. Il principio del reflusso della Scuola Bancaria: i depositi tornano alle banche quando i prestiti sono rimborsati, distruggendo così Moneta. [Concetto] simile alla “legge fondamentale del credito” di Innes: il creditore/l’emettitore deve accettare le sue stesse passività quando un debito è rimborsato da parte del debitore. È impossibile che ci sia un “eccesso di Moneta”.

La presentazione si conclude con il tentativo di integrazione (scusate, è un po’ lungo):

“Lo Stato sceglie l’unità di conto in cui i vari oggetti-Moneta saranno denominati. In tutte le economie moderne, lo fa quando sceglie l’unità in cui saranno denominate le tasse, e definisce ciò che sarà accettato come mezzo di pagamento delle tasse. L’imposizione di una passività fiscale è ciò che, in prima istanza, rende questi oggetti-Moneta desiderabili. Essi diverranno quindi l’oggetto-Moneta in cima alla “piramide della Moneta” (HPM 7) usato per la compensazione finale. Lo Stato emette quindi HPM attraverso i propri pagamenti — nell’economia moderna, questo avviene attraverso l’accredito di riserve bancarie, e le banche, a loro volta, accreditano i conti dei propri depositanti. La maggior parte delle transazioni che non coinvolgono lo Stato avvengono sulla base di crediti e debiti, cioè Moneta-Credito ad emissione privata. Si può pensare a ciò come ad un leveraging sulla HPM, utilizzata per la compensazione finale. In tutti i sistemi monetari moderni, la Banca Centrale determina un tasso d’interesse target, offrendo HPM su richiesta (“orizzontalmente”) al settore bancario (o ritirandola dal settore bancario nel momento in cui ci sono riserve in eccesso) per raggiungere il suo tasso target. Esiste un’importante relazione gerarchica nel sistema debito/credito, per cui il potere — specialmente nella forma del controllo sulle risorse della società — è insito nella gerarchia, e da essa deriva. La capacità di imporre passività [fiscali], scegliere l’unità di conto ed emettere la Moneta utilizzata per saldare queste passività, dà all’autorità un potere che può essere sfruttato per promuovere l’interesse della società. La ‘Sovranità’. Tuttavia, l’incomprensione o la mistificazione della natura della Moneta vincola gli Stati ai principi della ‘finanza sana’. Anche se è convinzione comune che le tasse ‘paghino’ l’attività dello Stato, di fatto, le obbligazioni denominate in un’unità di conto creano una domanda di Moneta che, a sua volta, consente alla società di organizzare la produzione per la società attraverso un sistema monetario caratterizzato da prezzi nominali. Gran parte della produzione pubblica viene intrapresa attraverso l’emissione di Moneta di Stato attraverso l’acquisto da parte di quest’ultimo. Gran parte dell’attività del settore privato, a sua volta, assume la forma di una ‘produzione monetaria’, o M-C-M’ 8 come indicava Marx, cioè era realizzata al fine di ottenere ‘più Moneta’ [cioè profitto, NdT]. Questa viene finanziata principalmente attraverso crediti e debiti — ossia attraverso la creazione di Moneta ‘privata’. Poiché per questi processi produttivi la Moneta è fondamentale, essa non può essere neutrale. A dire il vero, essa contribuisce alla creazione ed all’evoluzione della ‘logica’ di funzionamento di un sistema capitalistico, fondamentalmente ‘dis-integrando’ l’economia. Allo stesso tempo, sono molte le relazioni sociali che possono celarsi, e si celano, dietro ad un “velo” di Moneta. Ciò diviene più problematico nel caso del fraintendimento dei bilanci dello Stato, in cui il “velo” monetario nasconde il potenziale uso che del sistema monetario può esser fatto, quello dell’interesse pubblico.”

Bene, ritengo che i lettori di questo Primer riconosceranno molti temi che abbiamo già affrontato, e nelle prossime settimane affronteremo quelli meno familiari. In questo passaggio non modificherei praticamente nulla.

Il secondo PowerPoint da esaminare si intitola MODERN MONEY AND FUNCTIONAL FINANCE 9, (di nuovo) da una lezione all’UNAM nel maggio 2007.

 

Contiene qualche immagine sciccosa che ho scaricato da Internet, e ripete gran parte del tema di cui sopra. Ciò su cui desidero concentrarmi è la slide introduttiva:

“L’approccio della Moneta di Stato è associato a Knapp, Keynes e Lerner, mentre quello della Moneta-Credito è associata ad Innes e Schumpeter, e più genericamente agli approcci del Circuito [Monetario] e della Moneta Endogena. L’approccio della Finanza Funzionale è associato a Lerner.

Moneta Moderna = Moneta Endogena + Moneta di Stato + Moneta-Credito + Finanza Funzionale”

Questa è stata la prima slide che sono riuscito a trovare in cui ho scritto un'”equazione” che elencava quelli che considerai essere i componenti fondamentali del mio approccio della “Moneta Moderna”. Vi è una slide successiva in cui sono elencate le varie scuole di pensiero “eterodosse” da cui deriva il mio approccio:

  • Marx, Keynes, Veblen: M-C-M’; MTP; Teoria dell’impresa d’affari
  • Istituzionalisti: la M è strettamente collegata al potere: per fare bene e male; forse l’istituzione più importante nella CapEcon
  • Post Keynesiani: M e incertezza; M e contratti; detenere M
  • Cartalisti: M di Stato, collegata alla sovranità
  • Finanzia Funzionale: M di Stato e spesa pubblica

Scusate le abbreviazioni — stavo imparando a ridurre la quantità di testo scritto su ogni slide — ma penso possiate immaginare ciò che indicano (MTP si riferisce alla “Teoria Monetaria della Produzione” di Keynes, che è molto simile alla formulazione M-C-M’ di Marx ed alla “teoria dell’impresa d’affari” di Veblen. M, ovviamente, sta per Moneta. E CapEcon è un’economia capitalistica).

L’ultima presentazione proviene da una tavola rotonda alla Association for Institutionalist Thought 10, dell’aprile 2008, su “come insegnare l’economia”. La mia presentazione era: Come Insegnare la Moneta.

 

E ciò su cui desidero concentrarmi è l’aggiunta che feci alla slide appena presentata:

  • Marx, Keynes, Veblen: M-C-M’; MTP; Teoria dell’impresa d’affari
  • Istituzionalisti: la M è strettamente collegata al potere: per fare bene e male; forse l’istituzione più importante nella CapEcon
  • Post Keynesiani: M e incertezza; M e contratti; detenere M
  • Cartalisti: M di Stato, collegata alla sovranità
  • Finanzia Funzionale: M di Stato e spesa pubblica
  • INSIEME: MONETA MODERNA

In altre parole, il mio ragionamento allora — ed oggi — è che l’approccio della Moneta moderna integra tutti questi approcci in una teoria coerente del modo in cui “funziona” la Moneta nell’economia moderna.

Gran parte del nuovo terreno esplorato dalla MMT si focalizza sul presentare un’accurata descrizione di ciò che noi chiamiamo “operazioni monetarie” — compreso il coordinamento tra la Banca Centrale ed il Tesoro, con un occhio di riguardo alla descrizione di “come spende davvero lo Stato”. Abbiamo dedicato così tanto del nostro tempo a questo punto per due ragioni: primo, fino a 2 o 3 anni fa quasi nessuno lo aveva compreso. Secondo, è importante, estremamente importante, per la formulazione di una politica ragionevole.

Ed in quanto descrizione accurata, questa parte della MMT dovrebbe essere accettata da chiunque, non importa quale sia il suo credo teorico, politico o ideologico. Ironicamente, è la descrizione ad essere stata brutalmente attaccata, anche se nessuno — e intendo davvero nessuno — ha trovato falle nell’argomentazione.

Ma la MMT è molto di più, almeno secondo il mio punto di vista.

 

Note del Traduttore

1.^ Economia eterodossa, rivoluzionari marginali: la crisi e la blogsfera hanno esposto l’economia mainstream ad un nuovo attacco

2.^ UMKC: University of Missouri-Kansas City

3.^ La differenza fondamentale tra Austriaci e MMTer

4.^ Comprendere la Moneta Moderna

5.^ Gli approcci della Moneta-Credito, della Moneta di Stato e della Moneta Endogena

6.^ UNAM: Università Nazionale Autonoma del Messico

7.^ HPM: High Powered Money = Base Monetaria

8.^ M-C-M’ Money-Commodities-Money’ = Moneta-Merce-Moneta’

9.^ Moneta Moderna e Finanza Funzionale

10.^ Associazione per il Pensiero Istituzionalista

Scarica il Pdf impaginato per la stampa!Originale pubblicato il 1 gennaio 2012

Traduzione a cura di Andrea Sorrentino, Supervisione di Maria Consiglia Di Fonzo

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