L'Editoriale

L’irresistibile tentazione di risparmiare

L'irresistibile tentazione di risparmiare

Anche dinanzi all’immane ed indescrivibile tragedia che ha colpito la splendida Amatrice e i suoi dintorni, sui media si fanno arzigogolati calcoli sulla convenienza finanziaria di attuare la prevenzione piuttosto che rimediare ai danni provocati da un terremoto. Si entra così in un pericolosissimo ed incomprensibile meccanismo, non solo perché il principio che si ricava agevolmente da tale assunto è:

Se non dovesse finanziariamente convenire non si previene, perché non ce lo possiamo permettere,

ma anche perché calcoli del genere sono facilmente confutabili e finirebbero con il prestare il fianco alla predetta conclusione.

Una tale impostazione snatura il ruolo sociale ed istituzionale dello Stato, che deve sempre intervenire nell’interesse pubblico, non solo quando possa ricavarne vantaggi finanziari. Inoltre, come sappiamo, la spesa statale non incontra limiti operativi, se non nel pieno impiego della capacità produttiva del sistema economico; il vincolo, pertanto, nelle attuali condizioni, è solo politico. La scelta di non spendere quanto necessario a prevenire piuttosto che a ricostruire, esigenza quest’ultima drammaticamente attuale ad Amatrice, dipende esclusivamente dalla volontà politica. Ciononostante si continua a voler subordinare la scelta di spesa dello Stato ad un’esigenza di salvaguardia dei conti pubblici.

L’irresistibile desiderio di risparmiare gli impropriamente detti “soldi pubblici” prevale, anche dinanzi all’estremo dolore di intere comunità che quasi non esistono più.


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