L'Editoriale

La ricetta di De Masi: spalmare la povertà invece di eliminarla

La ricetta di De Masi: spalmare la povertà invece di eliminarla

Alcune testate di portata nazionale hanno riferito nei giorni scorsi di una stretta collaborazione tra il sociologo Domenico De Masi ed il Movimento 5 Stelle, dando l’idea di una sorta di salto di qualità nella proposta politica del Movimento.

La tesi di De Masi parte, come del resto anche il reddito di cittadinanza dei pentastellati, dall’assunto implicito che non sia possibile eliminare nella realtà sottoccupazione e disoccupazione.

La soluzione alla disoccupazione che propone De Masi è “lavorare gratis, lavorare tutti”, il che già in sé giustifica lo sfruttamento assoluto e, in più, va di pari passo all’idea che parte della soluzione alla disoccupazione stia nel convincere chi lavora a cedere parte della sua fetta di lavoro ai disoccupati.

Secondo questa cornice di riferimento, la torta dell’occupazione è troppo piccola ed è quindi necessario escogitare soluzioni per adeguarne le dimensioni alle necessità sociali. Di fatto, De Masi semplicemente ragiona all’interno di un quadro di riferimento di scarsità del lavoro, evitando di interrogarsi sulle ragioni del fenomeno e inventando espedienti per gestire i sintomi, ma non le cause. Che livello di elaborazione! Che scienziato!

Per fare in modo che nessuno debba subire un’ingiustificata privazione di lavoro e reddito, la chiave è avere una torta sufficientemente grande per tutti, non accettare acriticamente la dimensione del fenomeno. La disoccupazione non è causata da fenomeni inspiegabili, così come non servono poteri magici per risolverla. Purtroppo, però, è più facile credere che la soluzione sia vivere tutti nella deprivazione che studiare la macroeconomia e i sistemi monetari.

La disoccupazione va eliminata, non spalmata. La povertà va eliminata, non condivisa.

Chi crea la valuta ha sempre la capacità finanziaria per diminuire la disoccupazione fino al punto di mantenere sempre la piena occupazione dignitosa nel sistema. Vi è sempre la possibilità di reclutare completamente le forze produttive presenti sul territorio. In altri termini il monopolista della valuta, lo Stato solitamente (e tecnicamente l’UME in Eurozona, anche se politicamente… è un altro paio di maniche), può fare in modo di aumentare la spesa pubblica e diminuire le tasse fino al punto in cui tutta la forza lavoro venga attivata dal sistema produttivo. In modo che nessuno resti disoccupato.

La disoccupazione 0% è possibile.

Il motivo per cui questo non accade dipende da meri interessi politici. La disoccupazione genera ricattabilità, distribuendo verso l’alto potere e ricchezza. La reale e dignitosa piena occupazione è la prima nemica del comando capitalistico e del potere politico e sociale delle oligarchie.

Le proposte à la De Masi sono strumentali a rendere la povertà maggiormente accettabile da un punto di vista sociale e sono funzionali a chi ha interesse a comprimere potere e redditi di chi vive, o vorrebbe vivere, del proprio lavoro.

Tra parentesi, Keynes non c’entra una cippa lippa, per dirla tecnicamente, con il pensiero di De Masi. Sia chiaro.


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1 Commento

  • La posizione di De Masi non è quella del Movimento. Di questi giorni la proposta della Moneta Fiscale, che servirebbe ad allentare i vincoli monetari.

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