La Teoria

La moneta moderna

La moneta moderna

Cos’è la moneta moderna? Dove nasce e dove muore? Qual è la sua natura intrinseca?

Le risposte rigorose a tali quesiti potrebbero apparire inaspettate e poco comprensibili, quindi, per delinearle senza formalismi, serviamoci di un esempio pratico.

Si consideri un professore impiegato in una scuola pubblica, che riceve lo stipendio dallo Stato a fine mese e ne utilizza una parte per pagare le tasse il giorno dopo.

Ecco cosa accade:

0. Dal “momento zero”, l’incipit del nostro ragionamento logico, il professore si trova in debito fiscale con lo Stato.

Vale a dire che si trova nella condizione di dover pagare le tasse con un oggetto che non possiede ancora: la moneta di Stato. Egli ha quindi necessità di lavorare per ottenere la moneta di Stato, unico oggetto utile a pagare le tasse.

1. Il professore per un mese intero si reca nell’istituto scolastico e lavora per lo Stato, che ha bisogno di insegnanti per garantire il diritto all’istruzione.

2. A fine mese lo Stato crea moneta e la accredita sul conto del professore.

È avvenuto quindi uno scambio equo. Lo Stato ha ricevuto un servizio reale, il professore ha ricevuto l’unico oggetto utile a pagare le tasse: la moneta di Stato. Questo oggetto (finalmente lo possiamo definire meglio) è quindi un credito fiscale per il cittadino. Esso porta infatti con sé questa promessa:

Io, Stato, certifico di aver ricevuto un servizio da te, cittadino. Questa certificazione rappresenta per te un credito fiscale utile a liberarti dall’onere della tassazione in misura equivalente.

È questa promessa che conferisce valore alla moneta: null’altro. Lo Stato non promette di restituire al professore alcun bene reale, né di convertire la moneta di Stato in altri oggetti. Lo Stato sta solamente certificando la propria condizione di debitore nei confronti del professore, il quale, essendo creditore nei confronti dello Stato, assume il solo diritto di liberarsi dall’onere di pagare le tasse per un ammontare pari alla quantità di moneta ricevuta. Il credito del cittadino è quindi di natura puramente fiscale.

La moneta moderna è un certificato di credito fiscale per i cittadini e di debito fiscale per lo Stato.

3. Quando, il giorno dopo, il professore si presenta allo sportello comunale, egli si trova in questa situazione: è sia debitore fiscale che creditore fiscale. Infatti, non avendo ancora pagato le tasse, non ha ancora estinto il “debito universale” della tassazione. Al contempo però, in quanto detentore di moneta di Stato, possiede anche il certificato di credito fiscale che gli permette di annullare il proprio debito.

4. Nel momento del pagamento delle tasse il debito e il credito si annullano a vicenda. Lo Stato mantiene così la sua promessa, distruggendo la moneta ricevuta in pagamento, in quanto non esiste più il rapporto di debito/credito che essa certificava.

Possiamo quindi rispondere alle domande che ci siamo posti inizialmente.

La moneta moderna è un certificato di debito fiscale per lo Stato (una sua passività) e un certificato di credito fiscale per i cittadini (una loro attività). Viene creata dallo Stato con la spesa pubblica, in seguito all’acquisto di beni o servizi; viene distrutta tramite la tassazione, cui corrisponde l’estinzione del rapporto di debito/credito creatosi precedentemente tra Stato (emettitore della moneta) e cittadini (utilizzatori della moneta).


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