La Teoria

La moneta metallica vincolava la capacità di spesa dei governi

La moneta metallica vincolava la capacità di spesa dei governi

… e questo piace al dio dell’austerità

Lo Stato sta all’origine di quello che è definibile come “moneta”. La moneta e il sistema di tassazione che ne impone l’uso compongono un sottosistema facente parte di un più ampio complesso di relazioni socio-politiche che costituiscono il sistema di governo di un territorio e della collettività che lo occupa.

La moneta emessa e spesa dallo Stato come monopolista è la moneta verticale, definibile come “i soldi dello Stato”. I rapporti commerciali di credito-debito tra i membri della collettività rientrano nella definizione di moneta orizzontale. In questo livello orizzontale, noto anche come “circuito monetario”, le banche, le imprese e le famiglie partecipano al circuito del credito erogato dalle banche: i “soldi delle banche”. Il circuito creditizio è l’infrastruttura immateriale che permette l’esistenza del moderno capitalismo (Alain Parguez).

I due livelli moneta (verticale) e credito (orizzontale) sono raffigurabili nella “piramide monetaria”.

Nel corso della Storia gli Stati hanno emesso per lo più moneta su supporto metallico, confrontandosi con un vincolo che potenzialmente limitava la capacità di spesa dei governi: la quantità di metallo a disposizione era il “tetto” per la creazione di moneta e la spesa che lo Stato poteva “permettersi”. Gli Stati hanno fronteggiato questo vincolo nelle maniere più diverse: conio di monete con quantità di metallo ridotto a parità di valore nominale di conio, politiche di esportazione mirate all'”accaparramento” di metalli preziosi provenienti dall’estero, incarceramento/esilio di chi aveva prestato soldi allo Stato, invasione degli Stati limitrofi. Anche gli Stati moderni hanno dovuto far fronte, prima della nascita della moneta fiat, al problema del proprio finanziamento, per lo più gestito mediante emissione di obbligazioni di Stato e indebitamento verso i capitali privati, gergalmente identificati come “Big Money” e storicamente impegnati in spostamenti internazionali alla ricerca di rendimenti reali quanto più elevati possibile.

 

Tratto dal capitolo secondo, “Lo Stato e i ‘soldi’: moneta, crediti, debiti”, di Uccidere il dio dell’Austerità (Edizioni Sì)


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