La Teoria

La moneta è una creatura sociale. Ma il dio dell’austerità non vuole che si sappia

La moneta è una creatura sociale. Ma il dio dell’austerità non vuole che si sappia

Agli economisti mainstream piace dire che in un imprecisato periodo del passato gli uomini, abituati a scambiarsi tra loro le merci con il sistema del baratto iniziarono ad un certo punto a scambiare beni con pezzi di metallo con l’obiettivo di rendere più agevole lo scambio. La moneta nascerebbe come scelta razionale di individui che operano in un contesto di scambio beni sul mercato.

Questa interpretazione non ha un fondamento storico.

Lo ha invece una chiave di lettura diversa, che spiega la natura sociale della moneta. Nell’antichità le società, fondate su clan, gestivano l’approvvigionamento delle risorse tramite un meccanismo di tipo distributivo, e tra i diversi clan venivano a crearsi dei rapporti di debito-credito derivanti dalle offese e dai torti subiti negli scontri e nelle faide. Il meccanismo di offesa-compensazione diventava un rapporto sociale di debito-credito: chi subiva un danno godeva del diritto di vendetta tramite un credito da richiedere in termini di capi di bestiame, di ore di lavoro da prestare, ecc. Nel corso del tempo, la gestione di questi rapporti di debito-credito di origine “giudiziale” tra le persone arriva ad essere amministrata dalle autorità di governo con l’utilizzo di registrazioni su tavolette di argilla (un “Excel” primitivo). Con lo stesso metodo vengono in seguito registrati i rapporti commerciali di debito-credito. Di questo esistono testimonianze archeologiche concrete, che attestano che:

  1. i concetti di debito e credito hanno una natura SOCIALE e non derivano dall’attività dell’“homo oeconomicus”. Sono dunque utilizzati ben prima dello sviluppo di un reale sistema produttivo e allocativo di mercato;
  2. la registrazione e la compensazione contabile di rapporti di debito-credito avviene senza l’uso di “soldi fisici”;
  3. lo Stato (nella forma mista di potere politico-religioso) acquisisce la prerogativa di imporre un “debito universale” sulla cittadinanza nella forma e unità di misura stabilita dallo Stato stesso.

La moneta è una creazione sociale, quindi, ed è una creazione dello Stato.

 

Tratto dal capitolo primo, “Da dove vengono i soldi”, di Uccidere il dio dell’Austerità (Edizioni Sì)


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