Approfondimento

La MMT risponde all’iperinflazione – Parte 3

Nella prima parte di questa serie di articoli sull’iperinflazione mi sono rivolto alla critica secondo cui se la MMT fosse applicata, condurrebbe ineluttabilmente all’iperinflazione. Ho argomentato che questo è ovviamente falso – la MMT descrive le modalità di spesa proprie di ogni governo sovrano che emette la propria valuta. I governi hanno fatto questo “almeno per 4000 anni”, come dice Keynes. Tutti i moderni governi sovrani spendono “premendo tasti” – effettuando accrediti elettronici su un conto – ciò che la maggior parte dei critici, fraintendendolo in certa misura, chiamano “stampare moneta”. Non c’è altro modo per mettere in circolazione una valuta sovrana. Solo il governo sovrano la può creare. Se voi provate a creare dollari nella vostra cantina, finite dritti in prigione.

Nella seconda parte, ho illustrato come l’iperinflazione sia un evento raro. Ovviamente, se “premere tasti” conducesse inevitabilmente all’iperinflazione, allora l’iperinflazione avrebbe dovuto essere una caratteristica comune di più o meno tutte le economie esistite nei 4000 anni del passato. Ma invece troviamo che i casi di iperinflazione sperimentati sono piuttosto rari, e sembra derivino da circostanze molto precise come riluttanza o incapacità di imporre e riscuotere tasse, in combinazione con guerra civile, o con grossi debiti esteri denominati in valuta straniera. E mentre i “goldbug” (fanatici dell’oro fisico) e altri pensano che ancorare una valuta all’oro (o a una valuta estera) sia un metodo sicuro per evitare l’inflazione, ciò che in realtà vediamo nel mondo reale è che tali sistemi sono intrinsecamente instabili e raramente hanno lunga durata prima di collassare – spesso con una crisi del tasso di cambio e alta inflazione o iperinflazione.

In questa parte finale di questa serie io mi dedicherò ad analizzare la credenza secondo cui gli USA (o altri Paesi con un consistente debito pubblico nella loro valuta a tasso di cambio fluttuante) si trovino sull’orlo dell’iperinflazione. Molti temono che Elicottero-Ben (Ben Bernanke, presidente FED) abbia pompato così tanta “moneta” nell’economia che l’alta inflazione, se non addirittura iperinflazione, sarà l’inevitabile risultato. Questa è una delle ragioni della corsa all’oro fisico – supposto scudo contro l’inflazione.

In realtà niente è più sicuro della scommessa che gli USA non avranno inflazione rilevante per molti anni a venire.

Prima di tutto parliamo della storia dell’elicottero. In conseguenza del crack del 2008, il governo USA (FED + Tesoro) ha speso, prestato o garantito la somma di 29 trilioni (1 trilione=1000 miliardi, ndt) per salvare Wall Street. (Che, di per sé, è la storia del secolo; ma dovrà attendere che ne parliamo un altro giorno). Ciò che riguarda i nostri “strilloni” dell’iperinflazione è l’incremento record delle riserve bancarie, creatosi quando la FED ha concesso prestiti per riserve, acquistato asset tossici, e comprato buoni Treasury dalle banche. La FED ha fatto acquisti e prestiti accreditando le banche con riserve (debito FED) in cambio di un attivo (IoTiDevo della banca, o asset venduto dalla banca alla FED).

La maggior parte di tutto questo è accaduto durante il Quantitative Easing 1 e 2, intrapreso sotto il convincimento distorto da parte della FED di perseguire un “obiettivo quantitativo” (incrementare le riserve) piuttosto che un semplice “obiettivo di prezzo” (basso tasso di interesse) per stimolare l’economia. (Questa è anche una divertente storiella di autoinganno, da raccontare un altro giorno). Non ha funzionato. Ora il QE3 sembra inevitabile, e non funzionerà, nemmeno stavolta. Ma in ogni caso, le banche hanno ottenuto un po’ di trilioni di dollari di riserva di cui non hanno necessità.

Gli strilloni gridano “iperinflazione!”. Non appena le banche iniziano a prestare queste riserve, chi prende i prestiti spingerà l’economia oltre la piena occupazione, causando l’inflazione. Peggio, le banche possono dare in prestito multipli delle riserve (il cosiddetto moltiplicatore dei depositi) – così che piuttosto che prestare 2 miseri trilioni, potrebbero prestare 20 trilioni o più. Che potrebbero aggiungere trilioni al nostro PIL di circa 14 trilioni, ovviamente andando ben oltre l’attuale capacità di produzione di beni e servizi. E tutto ciò viene ad aggiungersi al record del deficit di bilancio del governo federale – e del suo indebitamento. Così una bolla gonfiata da spesa e deficit ci farà diventare il prossimo Zimbabwe o Weimar.

Ecco qui cosa c’è di sbagliato in questa analisi. Primo, fraintende la relazione fra riserve bancarie e erogazione di prestiti. Secondo, non analizza adeguatamente la situazione economica.

Le Banche non prestano le riserve. Tra l’altro, non possono farlo – non c’è operazione contabile che consenta alle banche di prestare riserve a nessun altro soggetto eccetto che ad un’altra banca che abbia un conto presso la FED. La ragione è piuttosto semplice: le riserve sono una voce nel bilancio FED. Quando una banca presta riserve, la FED addebita il conto della banca e accredita il conto di un’altra banca. Voi e io non abbiamo conti presso la FED. Nessuna banca può prestarci delle riserve. Punto.

Cosa prestano le banche, allora? I loro propri IoTiDevo. Diciamo che voi siete solvibili (potreste essere al limite, visto lo stato dell’economia – forse come molti americani avete perso il vostro lavoro e siete in arretrato con le bollette). Andate alla vostra banca e chiedete un prestito per un’auto, una barca, una casa, una TV. Predisponete il vostro IoTiDevo alla banca (impegnandovi a effettuare i pagamenti di rimborso) e la banca predispone per voi un assegno (il suo IoTiDevo) che voi consegnate al venditore. Il venditore deposita l’assegno e ottiene un accredito su conto corrente (se è una banca diversa, c’è una compensazione dei rispettivi conti utilizzando le riserve – torneremo poi su questo punto). In altre parole, le banche fanno prestiti accreditando conti corrente, che sono gli IoTiDevo delle banche. Come diciamo noi della MMT: “i prestiti creano i depositi”.

(Quando ripagate un prestito, i conti corrente sono addebitati, o “distrutti”. Scrivete un assegno, la banca addebita il vostro conto corrente e il vostro IoTiDevo verso la banca è simultaneamente addebitato. Il processo è l’esatto contrario del prestito bancario.)

Così, per essere chiari: le banche creano conti corrente quando concedono prestiti; non prestano riserve.

Ora, cosa possiamo dire riguardo la compensazione degli assegni? Quando una banca riceve un assegno da un’altra banca, accredita un conto corrente e invia l’assegno alla FED per la compensazione; la FED accredita le riserve della banca e addebita le riserve della banca su cui è tratto l’assegno. Le riserve “transitano” da una banca all’altra. Di nuovo, non ci sono riserve che sono state “rilasciate” nell’economia – esse sono saldamente bloccate all’interno della FED. Non possono venirne fuori eccetto che attraverso i bancomat, sotto forma di denaro contante. Quando fate un prelievo di contante dal vostro conto corrente, la vostra banca addebita il vostro conto corrente e la Fed addebita le riserve della banca. Di certo avreste potuto spendere usando un conto corrente – avete preso il contante per comodità (forse per finanziare attività illegali?).

L’unico altro modo in cui le riserve scompaiono è quando le banche acquistano Buoni del Tesoro (Treasury) dalla FED o dal Tesoro – loro sostanzialmente “pagano” i buoni Treasury usando le riserve. Questa è la fine della storia delle riserve. Eccetto che per il contante prelevato o gli acquisti di Treasury, restano bloccate presso la FED.

Che dire di Elicottero-Ben? Quando la FED ha acquistato tutta la spazzatura così come i Buoni del Tesoro dalle banche, Ben ha accreditato le loro riserve. La FED inoltre ha cambiato la sua procedura, e iniziato a pagare gli interessi sulle riserve – 25 punti base. Così effettivamente le riserve sono diventate indistinguibili dai Treasury – sono IoTiDevo Governativi che pagano interessi. Le banche possono scegliere di detenere un Treasury che paga interesse, o riserve che pagano interesse – è un’allocazione di portafoglio. Uno ha un orizzonte temporale di maturazione (potrebbe essere a breve scadenza, fino a 30 giorni) così è come fosse un deposito a tempo, e l’altro ha tempo di maturazione zero, così è come un deposito liquido. Ma dal momento che il mercato per i buoni Treasury è altamente sofisticato e liquido, le banche non hanno problemi a movimentare dai “depositi a tempo” (Treasury) ai loro “conti corrente” (le riserve). (Nessuna sostanziale penalizzazione per “prelievi in anticipo”!).

L’argomentazione principale per sostenere l’iperinflazione si fonda sulla erronea credenza che le banche siano per qualche ragione più invogliate a gonfiare i prestiti quando detengono “conti corrente” piuttosto che “depositi a tempo”. Chiaramente non imprestano né l’uno ne l’altro. Usano le riserve (“conti corrente”) per pareggiare con le altre banche, e per i prelievi bancomat. Ma i Treasury bond (“depositi a tempo”), hanno lo stesso scopo – le banche possono sempre prendere a prestito le riserve da altre banche o dalla FED, utilizzando i Treasury bond come collaterali (e hanno altri asset, inoltre, che servono anch’essi come collaterali in una corsa alla liquidità).

In effetti, le banche non hanno bisogno di riserve o Treasury per concedere prestiti. Richiamo l’attenzione sul fatto che loro prestano i loro IoTiDevo. Se hanno necessità di riserve per compensazione (o, più tardi, per soddisfare i vincoli di riserva richiesti), le prendono in prestito da altre banche (mercato fondi FED “Fed Funds”), o dalla FED (prestiti erogati direttamente dalla FED con tasso di sconto nel sistema “discount window”) o vendono asset per ottenerli.

Rivolgendoci allo stato dell’economia, eccetto che per i passi finali della bolla speculativa nelle commodities (che finirà presto, sicuramente) non ci sono significative pressioni inflattive. 14 milioni di persone stanno cercando lavoro. Anche le più rosee previsioni vedono alto tasso di disoccupazione per anni. Come Eric Tymoigne ha dimostrato, al tasso corrente di “ripresa” economica non ritorneremo ai livelli occupazionali del gennaio 2008 prima del 2017 – e nel frattempo la forza lavoro potenziale sarà incrementata da milioni di diplomati e laureati e immigranti (http://neweconomicperspectives.blogspot.com/2011/09/after-great-recession-bleaker.html).

E gli USA sono in una situazione relativamente buona, confrontati con Eurolandia e Giappone. Inoltre, tutte le recenti evidenze per gli USA mostrano che una recessione “double-dip”(recessione, lieve ripresa, recessione) è in corso. Io attendo una ripartenza della crisi finanziaria da un giorno all’altro (i tribunali contro i più grossi bankster accelereranno il processo). Anche l’economia cinese sta rallentando – il che potrebbe incrementare i loro sforzi per realizzare export competitivi.

Dove sono tutti quei soggetti che vorranno e potranno prendere in prestito i 2 o 20 trilioni che gli “strilloni” dell’iperinflazione credono che le banche vogliano dare in prestito? Il settore privato USA (imprese e famiglie) ha invece aumentato i propri risparmi netti – non stanno indebitandosi, e nemmeno stanno spendendo i loro redditi pur diminuiti. Sono spaventati. Stanno (razionalmente) tirando la cinghia, pagando debiti pregressi, e accumulando reclami verso governo e banche.

In breve, le prospettive di inflazione non sono mai state più scarse dal 1930 ad oggi.

 

Originale pubblicato il 7 settembre 2011

Traduzione a cura di Daniele Basciu


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