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Il dramma del Sud e l’austerità: basterà il Masterplan per il Mezzogiorno?

Il dramma del Sud e l’austerità: basterà il Masterplan per il Mezzogiorno?

Il Governo a fine 2015 ha lanciato il Masterplan per il Mezzogiorno, un metodo di concertazione tra regioni del Sud ed esecutivo per una gestione più efficiente dei fondi comunitari. Ma più che gestire in maniera efficiente i soldi, ora servono più soldi.

Vibo Valentia ha ospitato il 1° febbraio il dibattito sulle potenzialità del Masterplan quale strumento di possibile rilancio socioeconomico per il Mezzogiorno. Oltre a Giuseppe Soriero, del comitato di presidenza della Svimez, sono intervenuti politici, industriali e per Rete MMT Alessandro De Salvo.

Soriero ha tratteggiato la sconfortante situazione nella quale versa l’economia meridionale, evidenziando il progressivo peggioramento a partire dal 2007 di tutti i principali parametri macroeconomici.

Alessandro De Salvo, sottolineando che il tasso di occupazione della popolazione calabrese in età compresa tra i 15 e i 64 anni è appena al 38%, ha precisato che la gravità della situazione macroeconomica della Calabria ma in generale di tutto il Sud richiede un intervento ben più sostanzioso della cifra che il Governo stima essere disponibile per il Mezzogiorno da ora fino al 2023; quella cifra è in realtà la somma di tutte le risorse dei fondi strutturali, di cofinanziamento regionale e del fondo di sviluppo e coesione. Il punto principale non è tanto come spendere le risorse a disposizione ma il fatto che quelle risorse siano insufficienti a ripristinare le indispensabili condizioni di liquidità, di cui oggi il sistema economico è carente.

Il parlamentare Alfredo D’Attorre rincara la dose, affermando che la ripresa del Mezzogiorno è incompatibile con il mantenimento dei vincoli europei che impediscono l’attuazione di una politica industriale per il Sud che necessita, senza dubbio, di un urgente intervento pubblico, al momento impedito dai vincoli di Bruxelles. D’Attorre ha invitato i presenti a temere le riforme strutturali attuate per compiacere, peraltro inutilmente, l’Europa, perché, pur proclamate come benefiche per il Paese, si concretizzano, tra l’altro, nella precarizzazione del lavoro e nei tagli al Welfare, come dimostrano il Jobs Act e i 4 miliardi di tagli alla sanità previsti nella legge di stabilità. L’ultima sferzata all’Europa il parlamentare la riserva sul tema dei fondi comunitari ammonendo che l’Italia versa all’Europa più soldi di quanti ne riceva, quindi, a questo punto, sarebbe meglio avere più autonomia di spesa per destinarla, ad esempio, al Sud.

Il consigliere regionale Michelangelo Mirabello, pur riconoscendo l’esiguità delle misure a disposizione, pone l’attenzione sul fatto di impiegarle al meglio, concentrandole su alcuni strategici interventi infrastrutturali.

Il presidente dei giovani confindustriali del Sud Italia, Mario Romano, afferma che gli industriali sono pronti a raccogliere le sfide che il mercato impone puntando sull’innovazione e la cooperazione.

Zoom24: D’Attorre intervistato sul Masterplan per il Mezzogiorno


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