Approfondimento

I Comuni e l’Unione Europea. Da Amministrazione Pubblica a Esattori

Rete MMT pubblicherà periodicamente degli articoli rivolti agli amministratori locali e chi opera all’interno della PA. La valenza dell’azione pubblica cambia a seconda della finalità macroeconomica su cui si orienta lo Stato: l’azione pubblica diventa strumento di benessere e civiltà quando lo Stato porta avanti scelte macroeconomiche orientate al public purpose oppure al contrario diventa strumento di vessazione e impoverimento quando persegue scelte economiche liberiste.

(la Redazione)


Cosa fa un Comune quando spende per i cittadini? Per noi civiltà, per l’austerità disavanzo. Il Comune è quella parte di territorio nazionale in cui ognuno di noi svolge gran parte della propria vita. Un Comune non vive per produrre profitto, non pensa ad investire in borsa e lucrare sui vari spread, ma opera all’interno dell’Amministrazione dello Stato per soddisfare l’interesse pubblico, di tutti noi cittadini, indistintamente.

Il Comune spende non per comprasi il nuovo iPhone 6 o per un costoso viaggio alle Canarie (anche se qualche amministratore purtroppo lo fa) ma investe nei servizi utili ai cittadini.

Spende quando mia sorella porta suo figlio all’asilo comunale, quando i rifiuti vengono ritirati e smaltiti, quando i servizi sociali provvedono a fornire assistenza ai portatori di handicap o agli anziani.

Non conta il profitto e quando spende più di quello che incassa, si dice che è in disavanzo; più precisamente, se questa situazione viene registrata e circoscritta nell’arco di un anno si parla di disavanzo di gestione.

Se il Comune spende più di quanto incassa non sono i cittadini a farsi carico del peso economico dei servizi goduti ma l’amministrazione pubblica.

Tuttavia questo cambierà, sta già cambiando.

Oggi anche il Comune deve trovare le risorse per andare avanti.

Ecco, queste risorse si trovano applicando un calcolo matematico sulle risorse finanziarie a propria disposizione: da quanto risulta nel proprio conto (tesoreria) sommando i crediti (residui attivi), togliendo i debiti (residui passivi).

Inoltre deve essere sempre disponibile un “fondo di cassa”, (avanzo di amministrazione), non potendo il Comune spendere a deficit e non potendo emettere moneta.

In pratica si attinge dalle disponibilità liquide di quanto mette a disposizione il tesoriere, cioè la banca presso cui il Comune tiene il proprio conto corrente di riferimento.

Ora, secondo i patti di stabilità i Comuni devono rispettare dei vincoli, definiti tecnicamente “obiettivi“, e i conti sono sotto controllo ferreo, a causa di normative provenienti dall’adesione ai trattati dell’Unione Europea. Il Comune deve imparare ad incassare sempre più perché lo Stato trasferisce al Comune sempre meno risorse, e questo è un problema.

Il risultato finale è che i Comuni non potranno più soddisfare i bisogni dei cittadini col disavanzo di gestione, ma dovranno avere più entrate e meno spese. In pratica dovranno avere sempre più utili, cioè degli avanzi di gestione.

I cittadini non hanno più rapporti con un ente pubblico ma con un’ azienda, che deve incassare sempre più per ottenere le risorse da spendere in servizi pubblici.

Cosa resterà della funzione sociale dei comuni al di là della tenuta dei registri dell’anagrafe e dello stato civile, o semplici controlli di polizia amministrativa? Forse nulla più. È importante allora che il mondo delle amministrazioni locali prenda coscienza del progetto di svuotamento di Comuni, Province, Regioni, Stato che tramite l’austerità l’Unione Europea sta portando avanti. Capire la macroeconomia è l’unico strumento che un amministratore e un funzionario dello Stato ha per salvare il senso dell’esistenza dell’Amministrazione pubblica.


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