Il Commento

È inutile supplicare, questo era il progetto e lo sapevate dall’inizio

Ieri i Ministri per gli Affari Europei di cinque paesi della UE hanno firmato un appello rivolto al Consiglio Europeo che si riunirà a fine giugno. Per l’Italia la firma è quella del ministro Sandro Gozi. Le altre nazioni firmatarie sono la Slovacchia, la Repubblica Ceca, la Francia e la Germania (che immaginiamo costretta dalle pressioni degli altri quattro dal tono “non vorrete sembrare i soliti aguzzini?“). L’appello è un ricamo di diplomazia e di sforzi per non attaccare mai l’euro e non parlare mai apertamente dell’architettura antidemocratica dell’Eurozona.

È un appello che non smuoverà di un centimetro l’ideologia del rigore e del risanamento dei conti, dannosa e insensata. Non può servire perché l’Unione Europea si fonda sulla religione del rigore dei conti, e come le superstizioni nell’antichità, fa leva sulle paure facendo credere che per la “salvezza” serva meno Stato e più mercato, sacrifici e pentimenti.

L’appello non scalderà i cuori dei tecnocrati, né li intimorirà. Come l’epilogo della Grecia dimostra, i tecnocrati Europei si eccitano di fronte al sangue delle vittime e si infastidiscono di fronte alle lacrime. Vediamo i punti essenziali dell’appello dei 5 Ministri:

  • Deve essere fatto di più per mettere al sicuro le economie europee ed il modello sociale europeo.
  • L’Euro è uno dei più grandi successi dell’UE. Ha portato enormi benefici in termini politici ed economici ai cittadini ed ha aiutato a mitigare gli effetti negativi della crisi finanziaria ed economica globale in Europa.
  • Serve un’Unione Economica e Monetaria più equa e più democratica.
  • È necessario un pilastro sociale. L’austerity ha colpito severamente la vita di milioni di persone serve una dimensione sociale dell’Unione Economica e Monetaria che offra soluzioni alla disoccupazione.
  • La disciplina fiscale deve essere combinata con delle riforme bilanciate socialmente e degli investimenti. L’equilibrio di bilancio non deve venire prima dell’inclusione sociale o della sostenibilità del welfare.
  • Una Unione Economica e Monetaria più democratica. I cittadini devono avere la possibilità di dire la propria opinione sulle politiche che li investono. Va rinforzato il ruolo del Parlamento Europeo e una migliore cooperazione fra il Parlamento Europeo ed i parlamenti nazionali.

Gli appelli supplichevoli servono a poco se non mettono in discussione l’architettura dell’euro che costringe gli Stati ad approvvigionarsi di moneta dai mercati finanziari e a sottoporsi alla disciplina dei mercati. Ma vale la pena sottolineare una cosa: se Sandro Gozi (Partito Democratico, paladino dell’Unione Europea, master a Bruxelles, che ha lavorato alla negoziazione con il Parlamento Europeo per l’introduzione dell’euro) chiede all’Unione Europea più democrazia vuol dire che oggi questa è un mostro capace di fagocitare anche i suoi stessi servitori, almeno quelli piccoli e utili al sistema.


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