Approfondimento

Come la Francia e i Paesi dell’Euro possono sopravvivere al modello europeo della deflazione permanente. Parte II

III Genesi del modello Europeo

III.1- 1983 La scelta di Mitterrand

Il modello Europeo non è stato imposto agli Stati membri da una logica economica. Esso è il risultato di scelte puramente ideologiche fatte da lungo tempo dai due maggiori paesi: la Germania e principalmente la Francia. La verità è che alla fin dei conti la Francia alleata alla Germania ha giocato il ruolo maggiore. Attraverso i trattati dell’Euro, essi hanno forzato tutti gli Stati-membri ad allinearsi alle loro scelte ideologiche di un rigore permanente che inculca la più anti-Keynesiana delle visioni economiche.

Come andremo a spiegare, la pietra miliare del modello Europeo è la libera scelta di una terapia di shock permanente attuata dal governo di François Mitterrand all’inizio del 1983. Questo orientamento concernente sul lungo termine la politica di spese pubbliche, la fiscalità, la politica monetaria della Francia, mirava alla creazione di un economia capitalista “orientata al mercato”.

La storia che si racconta sulla virata a 180° di Mitterand è completamente falsa.

  • Come è stato dimostrato da Sceworski1 (1959), in Francia, già nel periodo che va dal 1938 al 1955 si è verificato una compressione del potere salariale, contrariamente a quanto successo negli Stati Uniti e nel regno Unito. Ciò era il risultato di una politica sostenuta per congelare i consumi. Dunque il “Fordismo” qualunque sia la sua vera natura non è mai esistito in Francia. Questa interpretazione è sostenuta da Bliek e Parguez (2006) e spiegata in Parguez 2007. Questo significa che molto tempo fa, gli economisti di destra e i cosiddetti marxisti Francesi nella loro ultima incarnazione, la scuola della regolazione, s’accordarono su una sintesi deflazionista riflettente la più anti-Keynesiana delle visioni economiche. Jacques Attali, il consigliere di Mitterrand, ha giocato un ruolo cruciale in tutto questo. Ciò che avevano in mente era una terapia shock per costringere al risparmio con una decrescita attraverso la diminuzione dei salari. Per far ciò era necessario imporre la camicia di forza sulla spesa pubblica mirando ad un avanzo di bilancio, una fiscalità meno progressiva mirante a un maggior risparmio per le famiglie (nel senso di salari più bassi e minore spesa NDT) e a una moneta forte.
  • Il sedicente rilancio Mitterand era giusto un programma di facciata per attirare le persone che avevano sofferto della deflazione condotta dal governo Barre (1976-1981). Attali e il suo gruppo speravano di ritornare il più presto possibile al loro programma nascosto. Per perseguirlo convinsero Mitterand a mantenere la sopravalutazione del Franco (dal 20 a 25%) così come ereditato dalla politica di Barre. In realtà appena i mercati prospettarono che il tasso di cambio sarebbe diventato insostenibile, il governo rinunciò alla sua politica di rilancio che stava per avere successo. La terapia shock del 1983 fu un piano ben più costringente del Piano Barre e delle politiche attuate sino ad allora dai governi conservatori della Germania, del Regno Unito e degli Stati Uniti.

1/ Adam Sceworski era un allievo del grande economista Michal Kalecki il quale gli aveva commissionato questo studio sulla Francia.

In effetti nulla richiedeva la scelta del rigore. Come del restò affermò la diagnosi che l’economista americano Robert Eisner fece per il governo (Vedere Eisner 1983).

Eisner dimostrò che il programma di ripresa aveva sortito i suoi effetti salvando l’economia Francese dalla recessione generata dal programma di deflazione imposto da Barre. La disoccupazione non cresceva più, la crescita cominciava ad essere trascinata dal consumo e il deficit di bilancio e i profitti aumentavano per la prima volta dal lontano 1976, il che permetteva una aspettativa di futuri investimenti. Eisner sottolineò che non era vero che il deficit di bilancio avesse generato un identico deficit commerciale. La crescita del deficit della bilancia dei pagamenti era perfettamente sostenibile, ciò che bisognava semplicemente accettare era di lasciare fluttuare liberamente il tasso di cambio in modo da eliminare una sopravvalutazione della moneta. I limiti imposti nei rapporti con l’esterno (deficit di bilancio / deficit commerciale, NDT) non avrebbero avuto lunga vita con dei fondamentali economici prevalenti su una ideologia basata sulla paura.

III.2 L’eredità della scelta di Mitterand

A partire dal 1983 la politica a lungo termine della Francia divenne il modello sul quale si tesse il modello Europeo.Esso si basa sui principi seguenti che includono la versione più estrema dell’«economia classica» restaurando così una una sorta di visione «agricola» dell’economia:

  • Alla fine(dell’anno contabile ndr) le spese dello Stato devono diminuire in rapporto al PIL dato che sono considerate spese improduttive;
  • Pertanto lo Stato deve mirare a un avanzo di bilancio. Alcuna distinzione viene fatta tra spese correnti e spese per investimenti;
  • in questo modo il pieno impiego non può essere un obiettivo. Jacques Attali era molto esplicito sulla necessità della disoccupazione e sull’ulteriore necessità di un ribasso considerevole dei salari nel processo di distribuzione dei redditi.
  • dunque dei limiti sul debito pubblico erano necessari dato che la politica monetaria aveva come obiettivo una moneta forte per obbligare le imprese a ridurre i salari reali al fine di accrescere la loro competitività;
  • il risparmio delle famiglie doveva crescere grazie a un cambiamento della politica fiscale e del sistema delle pensioni [compressione dei salari, minori trasferimenti per pensioni, minor spesa da destinare ai consumi, NDT];
III. 2- Dal rigore alla camicia di forza Europea

Molto presto gli architetti del modello Francese capirono che questo poteva sopravvivere solo se incorporato in una struttura rigida non contemplante alcuna possibilità di cambiamento. Questo spiega perché le élite Francesi erano così entusiasti dell’Unione Europea e della sua realizzazione ultima: l’Euro-sistema.

Ripetiamolo, un osservazione precisa dei fatti prova che l’Euro-sistema è nato in Francia e che il governo Francese coinvolse la Germania grazie a uno scambio: accettate l’Euro e noi accetteremo la riunificazione.

In un certo modo questo è stato un vero capovolgimento dell’ideale Europeo attuato dai neo-conservatori Francesi. La sinistra Francese si accodò senza dibattito per le ragioni che ho già spiegato (la loro formazione Ricardo-marxista grossolana producente un anti-Keynesismo estremo).

IV Una diagnosi per il futuro

IV 1 – Un governo che si sforza per tanto tempo di restare fedele al modello Europeo non può sfuggire al destino attuale della Francia e della Germania:

  • dei tassi d’interesse troppo elevati in parte responsabili di una sovravalutazione della moneta dal 40 -, 50% almeno.
  • delle restrizioni considerevoli sulla spesa pubblica, perfino sugli investimenti più produttivi in capitale tangibile e intangibile.
  • Una pressione sulle famiglie tale da spingerle al sovraindebitamento al fine di sfuggire a una caduta dei consumi.
  • Delle riforme giustificate dalla “necessità di fare cassa” che indeboliscono lo Stato con delle privatizzazioni generalizzate delle imprese pubbliche e delle attività Statali.
  • Infine una fiscalità regressiva.

Tutti questi fattori presi insieme spiegano l’aumento dell’instabilità finanziaria.

IV. 2- Quale potrebbe essere il programma minimo di un paese dinamico come la Spagna dove ci sono ancora dei dibattiti (contrariamente a ciò che succede in Francia e in Germania):

* Giocare con i vincoli del PSC(patto di stabilità e crescita) accettando dei deficit crescenti necessari per l’investimento pubblico, ciò che permetterebbe alle famiglie di alleggerire il loro indebitamento senza generare una diminuzione insostenibile della domanda globale.

  • ciò richiederebbe una forte volontà del governo di andare oltre sia alla Commissione sia al veto atteso della Germania (probabile) e della Francia (certo con il governo attuale).

Degli alleati si possono trovare se la politica è ben spiegata.

  • Ciò richiederebbe sicuramente un arresto (certa pausa) della riforma «alla Francese».

* Resterebbe l’ostacolo della Banca Centrale Europea (BCE). La Spagna da sola non può forzare la BCE a cambiare la politica consacrata negli atti costitutivi. Ma io non sono troppo pessimista. Oggi i governi non fanno nient’altro che pronunciare delle parole vuote contro la BCE (il Presidente Francese ne è un esempio perfetto) mentre l’apparato amministrativo si riduce sempre più con la giustificazione delle riforme.

Un governo con la volontà ferma potrebbe agire a livello di Consiglio Europeo spiegando che gli statuti della BCE conducono a una instabilità sempre maggiore.

Io sono convinto che le prossime elezioni americane siano un occasione unica per una tale azione. Poiché è ragionevole supporre che un’amministrazione democratica s’impegni almeno in una politica di crescita, il modello Europeo «alla Francese» diverrebbe insostenibile.

Infine, l’opinione pubblica Europea potrebbe comprendere che il futuro economico si costruisce grazie a delle spese produttive e a una creazione utile di moneta e non attraverso delle riforme che indeboliscono il potere politico con la privazione degli strumenti di azione.

BIBLIOGRAPHIE

Bliek, JG and Parguez, A (2006) Le plein emploi ou le chaos Economica Paris

Bliek, JG and Parguez,A (2007) Full employment, can it be a key policy objective for Europe International journal of Political Economy, vol. 36, no. 3, Fall 2007, pp. 24–46.

Bliek, JG and Parguez, A (2008) “The Mitterrand 1983 turn to conservative economics: a revisionist history” in Challenge, March-April

Eisner, R (1960) A distributed lag investment function Econometrica vol 28.1 Janvier 1960

Eisner, R (1994) The misunderstood economy Harvard Business School Press

Eisner, R “Which way for France” in Challenge (1983)

Parguez, A (2007) Money creation, employment and economic stability: The monetary theory of unemployment and inflation. Paper presented at the third international post-keynesian conference of Dijon le 30 Novembre 2007.

Parguez, A (2008) Generalisation of the general theory of the monetary circuit: a planned deficit as last resort policy to stabilize the US economy (and others) Sera bientôt publié

Scevorski, A (1959) “La situation économique de la France en comparaison avec celle d’avant guerre” EKONOMISTUD n°1

 

Originale: Comment la France et les pays de l’Euro peuvent survivre au modèle Européen de déflation permanente – Ottobre 2008

Traduzione a cura di Arnaldo Usai


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