Bill Mitchell mette in evidenza come la “ripresa Europea” sia piuttosto fragile, consistendo in una crescita complessiva nell’ordine dello 0,3% in Eurozona, per il 3° trimestre 2015.
Complessivamente l’economia e la produzione dell’Eurozona è ancora a livelli ben inferiori a quelli in cui si trovava nel 2008.
In particolare per quanto riguarda l’Italia nel trimestre considerato, l’ISTAT (ripresa da Mitchell) specifica che:
Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta.
ovvero scorte in aumento ed export in diminuzione. Il problema intrinseco nell’economia export-oriented è la dipendenza dalla domanda estera, e l’Italia soffre delle proprie riduzioni nell’export verso le economie emergenti, che si trovano in contrazione.
In un’ottica di medio-lungo periodo, invece, il punto significativo è che la prolungata recessione riduce, nel tempo, anche la capacità produttiva potenziale per il futuro, inducendo un “declino cronico” della formazione di capitale (fenomeno visibilmente in corso in Eurozona e Italia).
[…] a cura di ReteMMT […]